Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 21:17
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Gossip

Parlare con il proprio cane o gatto è sintomo di intelligenza

Immagine di copertina

Il professore di Scienze comportamentali Nicholas Epley ha spiegato che è il frutto di centinaia di migliaia di anni di evoluzione dell'essere umano

C’è chi parla con le piante, chi con la macchina che non vuole partire, chi con la penna che non scrive o il pc che si spegne all’improvviso. Ma soprattutto, c’è chi parla con i propri animali domestici, trattandoli come esseri umani. La notizia è che un sintomo di intelligenza, lo dice la scienza.

Rivolgersi agli oggetti inanimati o agli animali come se potessero capirci è considerato accettabile solo se a farlo sono i bambini. Un adulto che implora alla macchina di ripartire o riempie di complimenti il cane per avergli portato indietro un bastone provoca ancora l’ilarità di chi ci è accanto.

Ma la capacità di rendere umani anche gli oggetti, antropomorfizzandoli, è il frutto di centinaia di migliaia di anni di evoluzione della mente umana, una capacità unica della nostra specie.

“È uno dei segni della nostra intelligenza superiore”, ha spiegato il professore di Scienze del comportamento Nicholas Epley a Quartz.

Perché lo facciamo? “Ci sono tre motivi principali: l’oggetto assomiglia a un volto umano, vorremmo esserne amici, non riusciamo a spiegarne il comportamento imprevedibile”.

L’antropomorfizzazione si intreccia quindi con la pareidolia, un meccanismo che ci porta a ricondurre a forme note e sensate cose e oggetti di ogni tipo. Credendo di riconoscere facce umane negli oggetti che ci circondano.

Una capacità così sviluppata che l’artista Keith Larsen ha collezionato una serie di ritratti in cui immortala  i “volti” amichevoli di una fetta di pomodoro, un caminetto, la lavastoviglie.

Umanizzare l’inanimato è in realtà un vero e proprio meccanismo difensivo, come ha spiegato Epley, una tecnica che abbiamo sviluppato per distinguere tra amici o potenziali predatori.

“L’inganno più frequente è quello degli occhi: li vediamo spesso e ovunque, è capitato a tutti. Il motivo? È attraverso gli occhi che crediamo di avere una finestra nell’anima di chi abbiamo di fronte, per questo li cerchiamo così spesso”.

E se qualche collega di Epley è scettico a riguardo, il professore non ha dubbi: l’antropomorfismo è legato all’intelligenza. “È il segno delle incredibili capacità del nostro cervello, non della nostra stupidità”.

Ti potrebbe interessare
Gossip / Francesca De André torna a parlare del padre Cristiano: “Si è fatto una risata parlando della mia malattia”
Gossip / Divorzio Totti-Blasi, i retroscena sull’assegno di mantenimento: “Ilary guadagna di meno, lui paghi di più”
Gossip / Calenda: “Ho tradito mia moglie con una sua amica. Anche lei mi ha tradito” | VIDEO
Ti potrebbe interessare
Gossip / Francesca De André torna a parlare del padre Cristiano: “Si è fatto una risata parlando della mia malattia”
Gossip / Divorzio Totti-Blasi, i retroscena sull’assegno di mantenimento: “Ilary guadagna di meno, lui paghi di più”
Gossip / Calenda: “Ho tradito mia moglie con una sua amica. Anche lei mi ha tradito” | VIDEO
Cronaca / L'ex marito di Noemi Bocchi condannato a 4 anni: era stato denunciato per maltrattamenti
Gossip / Belen Rodriguez torna a parlare di Stefano De Martino
Gossip / Ilary Blasi e Bastian Muller aspettano un figlio? “Ecco le prime foto col pancino”
Gossip / Marco Masini: "Me l'hanno fatta pagare dicendo che portavo sfiga"
Gossip / Accordo per il divorzio tra Fedez e Chiara Ferragni
Gossip / Francesco Arca e il papà morto durante una battuta di caccia: “Aspetto ancora la verità”
Gossip / Diletta Leotta: “A volte la bellezza può essere un limite ma ti spinge a dimostrare che non sei solo bella e basta”