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Home » News

“Nel M5s democrazia zero, ecco perché lascio il movimento che ha fatto da apripista al fascismo”

Immagine di copertina
Lorenzo Tosa. Credit: Facebook/Lorenzo Tosa

Lorenzo Tosa per più di tre anni è stato il responsabile comunicazione del M5S in Liguria, ma ha deciso di lasciare "per motivi di coscienza"

Lorenzo Tosa ha 35 anni e negli ultimi tre è stato responsabile comunicazione del M5S in Liguria. Da un giorno all’altro, però, ha deciso di lasciare quel ruolo, per “motivi di coscienza”. In una lunga lettera pubblicata su Repubblica Genova, il 35enne ripercorre la sua storia dentro il Movimento e spiega le ragioni della sua scelta.

Il silenzio

“Dentro il M5S c’è il silenzio di chi ha ceduto la propria libertà di pensiero al fideismo, a un culto arcaico”, scrive Tosa. “Dietro gli slogan recitati come mantra, sotto ogni ‘vaffanculo’ urlato nelle piazze, dentro il bunker di qualche segreta riunione della comunicazione, se ascolti bene puoi sentirlo vibrare”, scrive nelle prime righe della sua lettera.

“Non lo confesseranno mai, ma chiunque abbia avuto a che fare a vario titolo con il Movimento 5 Stelle, quel silenzio lo porta tatuato sottopelle, e non c’è verso di strapparlo via”, continua Tosa. Quello è il silenzio di chi ha ceduto la propria libertà di pensiero “alla fiducia cieca in un cambiamento che guiderà le anime verso un futuro di ‘onestà’ e ‘trasparenza’”.

Ma quello stesso silenzio, come spiega Tosa, è il motore della propaganda: “Pompa la macchina del reclutamento, 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Non importa chi tu sia, quale la tua storia, il tuo grado di coscienza civile e democratica: ci sarà sempre uno spazio per chi sa urlare abbastanza forte da raggiungere il silenzio”.

Le colpe della sinistra

Le parole dell’ex responsabile comunicazione del M5S in Liguria non toccano solo il Movimento, ma raggiungono anche la sinistra. Il silenzio di cui parla, infatti, non è altro che “l’antitesi perfetta di quello che è diventata oggi la sinistra progressista in Italia: rassicurante, pacata, a bassa voce, eppure rumorosissima, persino sbracata, in quella vorticosa, ombelicale, scissione dell’atomo; in quel lavacro pubblico di panni privati che nessuno capisce più e a cui nessuno, al di fuori dei caminetti, ha diritto a partecipare”.

Poi, l’appello a quella sinistra cieca: “Là fuori ci sono milioni di under 40 come me che hanno bussato due, tre, dieci volte a quella porta, trovandola invariabilmente chiusa. Vi prego, aprite quella porta! Prima che sia troppo tardi. Io, nel mio piccolo, in tre anni dentro la comunicazione a 5 Stelle, ho visto da vicino cosa può accadere quando giochi a dadi con la pelle e la pancia delle persone”.

Perdere le conquiste

Quello che Tosa ha visto lavorando per tre anni dentro il Movimento 5 Stelle “sono state migliaia di persone dalla schiena dritta che non si arrendono a consegnare, un pezzo per volta, conquiste che credevamo assodate. In ordine sparso: aborto, divorzio, scienza in tutte le sue sfumature, Europa ed europeismo, informazione, cultura, multiculturalismo, competenza, un certo grado di libertà sessuale e di benessere”.

“Il populismo, questa strana creatura che si ciba delle nostre paure, non lo sconfiggi con un congresso ma rimettendo al centro le persone, la straordinaria capacità che abbiamo noi umani di provare empatia. Se ci pensate, oltre ai trattati e ai parametri, l’Europa non è altro che la più grande manifestazione di empatia tra i popoli del millennio scorso”, scrive ancora Tosa.

L’Europa

L’idea di Tosa sull’Europa è chiara e netta: “Ogni volta che un migrante viene salvato nel Mediterraneo, quella è Europa; ogni volta che un uomo decide quando e come morire, è Europa; ogni volta che non accettiamo la parola ‘frocio’, ogni volta che una mitragliatrice tace, lì c’è l’Europa; ogni atto di disobbedienza civile è Europa, Riace è Europa. Ogni volta che rifiutiamo una risposta semplice a un problema complesso, in quel momento stiamo costruendo un pezzetto d’Europa”.

A porposito delle elezioni europee, previste per il prossimo 26 maggio, Tosa spiega che quello sarà un “ballottaggio tra due idee di mondo: empatia e paura, ponti e muri, mondo e villaggio. Possiamo perdere, certo. È possibile, persino probabile. Ciò che davvero nessuno oggi si può permettere di fare è perdere rinunciando a prescindere al confronto. O l’europeismo, l’apertura, la libera circolazione di persone, merci e idee torneranno ad essere di moda, oppure l’Europa, così come la conosciamo oggi, sparirà per sempre. E quello che resterà, sotto al rumore di superficie, saranno i segni di un silenzio terrificante”.

Movimento 5 Stelle apripista del fascismo

“Oggi lo possiamo dire: è successo il contrario di quello che diceva Grillo: invece di essere argine al fascismo, il Movimento ha finito per fargli da apripista. Un movimento che, quantomeno a parole, si dichiarava ambientalista, rispettoso della Costituzione, antifascista, non violento, è diventato la leva che ha spalancato le porte a Salvini e al salvinismo, sulla scia della peggior destra del pianeta, quella di Trump, Bolsonaro, Le Pen”, scrive ancora Tosa.

“In qualche modo Salvini, di cui non condivido neanche le virgole, una sua coerenza di fondo ce l’ha. Quello è e quello è sempre stato: un nemico vero”. Invece, spiega ancora l’ex responsabile comunicazione del M5S in Liguria: “Il silenzio dei 5 Stelle sulla Diciotti e, in generale, su tutta la gestione dell’immigrazione, quando sono stati chiusi i porti, quando si è lasciata per una settimana una nave in balia del mare senza la sicurezza di un porto, ecco, quel silenzio lì non solo è complice ma è addirittura più grave. E spaventoso”.

 

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