Chi è Cesar Sayoc, l’uomo arrestato per i pacchi bomba negli Stati Uniti
Cesar Sayoc Jr, 56 anni, è un elettore repubblicano con diversi crimini sulla propria fedina penale e con una vita travagliata alle spalle
Il 26 ottobre nel sud della Florida le autorità federali hanno arrestato un uomo sospettato di essere legato ai 13 pacchi bomba inviati agli oppositori di Donald Trump. Si tratta di Cesar Sayoc Jr di 56 anni con precedenti.
L’arrestato, che gli inquirenti hanno definito “principale e unico sospettato”, è stato preso in custodia in un parcheggio della città di Plantation, vicino Miami. Si trovava in un furgoncino bianco con i vetri oscurati da adesivi.
“Possiamo confermare che una persona è in custodia”, aveva twittato Sarah Isgur Flores, portavoce del dipartimento di Giustizia. Gli agenti federali nelle ore dell’arresto avevano circondato un edificio a Plantation, nella contea di Broward.
Il presidente Donald Trump, intervenendo sull’arresto della persona sospetta, ha detto: “Puniremo il colpevole con la massima severità prevista dalla legge”.
Nelle ultime ore i principali quotidiani statunitensi hanno raccolto una serie di informazioni sul suo conto.
Cesar Sayoc Jr, 56 anni, è un elettore repubblicano bianco con diversi crimini sulla propria fedina penale nato a New York.
Il furgone in cui viveva Cesar Sayoc Jr
Al momento della cattura viveva in un furgone bianco. Il veicolo era tappezzato di poster e adesivi pro Trump e immagini contro democratici e minoranze.
Cesar Sayoc Jr sui social
Gli adesivi che ricoprono il suo furgone non sono l’unico indizio dello schieramento politico di Sayoc.
Negli ultimi anni sui social il sospettato sui pacchi bomba si è espresso spesso in favore di Trump, e su Twitter, ha pubblicato post contro gli immigrati, contro i sostenitori di nuove leggi sul controllo delle armi e contro noti politici Democratici.
Fino al 2015 i post pubblicati da Sayoc erano quasi tutti incentrati sull’esercizio fisico e sulle serate in discoteca. Per anni infatti l’uomo avrebbe lavorato come spogliarellista e ha praticato bodybuilding.
Tra gli ultimi messaggi di odio sui social pubblicati da Sayoc, ce n’è stato uno di minaccia nei confronti dell’ex vicepresidente Democratico Joe Biden.
Sul suo profilo Facebook ora rimosso, come anche quello su Instagram, Sayoc era solito utilizzare espressioni razziste per commentare notizie relative all’ex presidente Barack Obama e alla conduttrice televisiva Oprah Winfrey.
L’uomo sospettato per i pacchi bomba ha anche condiviso su Facebook articoli di Breitbart, il più importante sito di notizie di estrema destra americano, e video di Fox News, il canale di notizie preferito del presidente Usa Donald Trump.
Sul suo profilo sono state trovate anche delle sue fotografie in cui indossa il cappellino rosso con la scritta “Make America Great Again” della campagna elettorale di Trump.
Le accuse e la pena
Cesar Sayoc Jr è accusato di 5 crimini: trasporto di esplosivo, invio illegale di materiale esplosivo, intimidazione, minacce contro ex presidenti degli Stati Uniti, aggressione contro agenti federali.
È quanto ha spiegato durante una conferenza stampa il Procuratore generale Jeff Sessions in cui ha anche aggiunto che l’uomo rischia 58 anni di carcere.
I precedenti penali
Cesar Sayoc Jr era già stato arrestato nel 2002 per un’altra minaccia dinamitarda. Secondo gli archivi del Miami Police Department l’uomo aveva minacciato infatti di far saltare in aria un’azienda con un attentato dinamitardo “peggiore dell’11 settembre”.
Nel 1999 è stato arrestato invece per il furto di un veicolo e per detenzione di stupefacenti.
Di che cosa stiamo parlando
Il 26 ottobre 2018 la polizia statunitense ha trovato in Florida un pacco sospetto indirizzato a Cory Booker, senatore democratico dello stato del New Jersey. Poco dopo, in un ufficio postale è stato intercettato anche un altro pacco che doveva essere recapitato a all’ex capo della National Intelligence, James Clapper e alla Cnn.
Nella stessa giornata è stata evacuata per la seconda volta la sede dell’emittente di New York, nel palazzo della Times Warner Center, per un nuovo pacco bomba.
L’FBI ha anche perquisito un ufficio postale vicino a Miami, nel tentativo di scoprire chi c’è dietro la serie di pacchi esplosivi inviati negli ultimi giorni a importanti esponenti del mondo politico e culturale statunitense noti per la loro opposizione al presidente Trump.
Secondo gli investigatori, l’ultimo pacco è stato inviato dalla Florida.
I precedenti. A poche settimane dalle elezioni di metà mandato continua quindi a salire la tensione nella città di New York: giovedì 25 ottobre 2018 sono stati ritrovati due pacco sospetti inviati rispettivamente all’ex vicepresidente Joe Biden e al ristorante Tribeca Grill dell’attore Robert De Niro, da sempre critico nei confronti del presidente Donald Trump.
Il giorno prima, mercoledì 24 ottobre, si sono registrati nel giro di pochi minuti tre allarmi bomba per pacchi sospetti destinati rispettivamente all’ex presidente Barack Obama, all’ex first lady Hillary Clinton e alla sede della Cnn.
La polizia ritiene che gli episodi siano collegati tra loro. Per alcuni minuti si era diffusa la voce secondo cui un quarto pacco contenente esplosivo fosse stato inviato anche alla Casa Bianca, ma la notizia è stato smentita poco dopo.
Un pacco sospetto è arrivato, sempre mercoledì 24 ottobre, anche all’ufficio della deputata democratica della Florida Debbie Wasserman Schultz, che aveva ricoperto il ruolo di presidente del comitato nazionale democratico durante le elezioni. Ma, secondo quanto ricostruito, non era lei il reale destinatario ma Eric Holder, ex ministro della Giustizia di Barak Obama.
In tutti i pacchi inviati nelle ultime ventiquattro ore era indicato come mittente il nome di Debbie Wasserman Schultz.
Secondo le prime informazioni, sembrava che il pacco intercettato al Time Warner Center fosse indirizzato all’ex direttore della Cia John Brennan, oggi collaboratore della Cia.
Martedì 23 ottobre un pacco sospetto contenente un ordigno era stato trovato nella cassetta della posta della casa del miliardario George Soros.
La reazione del governo. Durante una conferenza stampa tenuta alla casa Bianca il 24 ottobre, anticipato dalla First Lady Melania Trump, è intervenuto ance il presidente degli Stati Uniti.
“Il governo sta usando tutte le risorse a sua disposizione per trovare i colpevoli e consegnarli alla giustizia. È un atto asecrabile e dobbiamo inviare un unico messaggio: le minacce di qualsiasi tipo non hanno più posto negli Stati Uni”, ha detto il Tycoon.
“Voglio ringraziare tutti quelli che stanno lavorando in questo momento”, ha aggiunto.
Il presidente Trump ha anche rivolto parole dure nei confronti della stampa, chiedendo ai media di “mettere fine al clima di ostilità” e di non continuare ad attaccare la sua amministrazione.
Il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha condannato “i tentati attacchi contro l’ex presidente Obama, i Clinton, la Cnn e gli altri”.
In un messaggio su Twitter, Pence ha puntato il dito contro “queste azioni codarde” che sono “vili e non hanno posto in questo Paese”. “Sono grato per la rapida risposta del Secret Service, dell’Fbi e delle forze dell’ordine locali. I responsabili saranno portati davanti alla giustizia”, ha assicurato il vice presidente.
Il primo ordigno. Nel caso di Soros un ordigno era stato trovato dalla polizia all’interno della cassetta postale della sua casa a New York, in località Bredford.
Nel caso di Obama e Clinton, i servizi segreti hanno scoperto la minaccia prima che i pacchi giungessero a destinazione, durante una “procedura di routine di controllo della posta”.
Secondo quanto riferito da funzionari dei servizi di sicurezza, all’interno c’erano dispositivi simili a quelli indirizzati a Soros.
Il pacco per l’ex presidente è stato intercettato a Washington, mentre quello per Hillary Clinton era diretto al suo indirizzo in Westchester County, New York.
In una dichiarazione ufficiale i servizi segreti hanno spiegato che è stata avviata “un’indagine penale a tutto campo che sfrutterà tutte le risorse federali, statali e locali disponibili per determinare la fonte dei pacchi e identificarne i responsabili”.
Dopo la scoperta del pacco bomba indirizzato a Soros, un funzionario dei servizi di sicurezza ha affermato che il movente non è chiaro e aggiunto che non c’è stata nessuna rivendicazione.
L’ordigno contenuto all’interno del pacco diretto al miliardario era costituito da un tubo lungo circa 15 centimetri riempito con polvere esplosiva. L’ordigno è stato fatto detonare preventivamente dagli artificieri intervenuti.
Soros, imprenditore e attivista ungherese naturalizzato statunitense, è presidente della fondazione filantropica Open Society, che si occupa di “promuovere la giustizia, l’istruzione, la sanità pubblica e i media indipendenti”.
Soros è stato più volte bersaglio di forti critiche da parte di partiti di estrema destra europei, che lo hanno additato come responsabile di incentivare i flussi migratori dall’Africa verso l’Europa.