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Fondi Lega, Salvini: “I 49 milioni? Li pagheranno cash i parlamentari”

Immagine di copertina
Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini. Credit: Getty Images

Il vicepremier ospite di Giovanni Floris a Di Martedì, su La7, affronta il nodo dei fondi che il partito è chiamato a restituire allo Stato, dopo l'accordo raggiunto tra Procura di Genova e i legali del partito per la restituzione del denaro

Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato l’accordo raggiunto tra la Procura di Genova e gli avvocati della Lega per la restituzione allo Stato dei 49 milioni di euro che il partito, secondo quanto stabilito dai giudici, avrebbe ottenuto in maniera irregolare.

“Li tireranno fuori di tasca i parlamentari” della Lega, “li pagheranno cash per eventuali errori fatti da altri 10 anni fa”, ha detto il ministro dell’Interno ospite di Giovanni Floris a DiMartedì, su La7.

Secondo fonti interne alla Lega, pare che nel partito ci fossero due correnti. Una voleva il braccio di ferro con i magistrati, mirando ad aumentare i consensi alle amministrative e alle Europee rimarcando l’aggressione portata avanti dai Pm.

Le stesse fonti sottolineano che a sostenere questa linea sarebbe stato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.

Ma l’exit strategy sarebbe stata proposta proprio dal leader Matteo Salvini. La strada indicata dal ministro dell’Interno alla fine ha portato il partito di via Bellerio a raggiungere un compromesso con la procura di Genova.

Per rispondere alla decisione dei giudici di sequestrare 49 milioni al Carroccio, verrà creato un fondo di garanzia per tutti i gradi del giudizio. Il versamento sarà di 600mila euro l’anno. 476 rate in tutto.

La Lega nel frattempo ha presentato ricorso in Cassazione contro il provvedimento del tribunale del Riesame che aveva delegato direttamente il pubblico ministero a eseguire il sequestro preventivo ai fini di confisca, prendendo “le somme presenti e anche quelle che confluiranno in futuro sui conti correnti e sui depositi bancari intestati o riferibili al Carroccio fino al raggiungimento dell’intera cifra”.

Come spiega lo stesso vicepremier, l’idea è quella di far arrivare i soldi direttamente dalle tasche dei parlamentari, a cui verrà chiesta una erogazione, oltre a quella di tremila euro che già mensilmente versano nelle casse della Lega.

Nel frattempo dovrebbe essere portato avanti il progetto di “Lega per Salvini premier” con la costituzione di associazioni regionali.

I legali della Lega sostengono che attualmente nelle casse del partito ci sono 130mila euro, che finiranno subito sul conto creato appositamente e a disposizione della Guardia di finanza.

E sempre a Di Martedì, il vicepremier è tornato sul nodo caldo dell’immigrazione. “Il decreto immigrazione sarà presentato giovedì prossimo in Consiglio dei ministri insieme al decreto sicurezza, e prevederà l’impossibilità di presentare la domanda di asilo a chi commettere reati”, ha commentato il vicepremier.

“A chi commette reati – ha aggiunto – straccio la domanda e lo rimando da dove è arrivato”.

A proposito del rapporto tra Lega e Movimento 5 Stelle e delle possibili tensioni tra le due anime del governo rispetto a temi delicati come quello economico, Salvini ha affermato: “Io e Di Maio siamo ormai una coppia di fatto”.

“Ho firmato un contratto con 5 stelle ma soprattutto con gli italiani. Voglio rispettarlo”, ha aggiunto. E proprio a proposito del nodo economico, il vicepremier ha affermato che “l’obiettivo è non superare il 3%” e “non fare quel che fanno molti altri paesi europei”.

Dalle prossime settimane, ha aggiunto, “inizieremo a smontare la legge Fornero” perché “lo stento come un dovere morale”.

Un commento anche sull’ipotesi sfumata della candidatura alle Olimpiadi invernali del 2026: “Spero che sia ancora qualche margine” perché “sarebbe una opportunità di immagine per l’Italia. Se qualcuno si sfila andranno avanti gli altri”, ha affermato riferendosi a Torino, esclusa dalla corsa con Milano e Cortina.

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