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Il taser arriva in Italia: sarà in dotazione alle forze dell’ordine in dodici città. Come funziona

Immagine di copertina
Un modello di taser

La sperimentazione, il voltaggio e i rischi

Il taser arriva in Italia: sarà in dotazione alle forze dell’ordine in dodici città. Come funziona

TASER IN ITALIA, COSA C’È DA SAPERE – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha firmato il decreto che sancisce l’avvio della sperimentazione in Italia della pistola elettrica. E ora ci siamo: si parte mercoledì 5 settembre 2018.

I cosiddetti taser saranno dati in dotazione alla polizia, all’Arma dei carabinieri e alla Guardia di finanza nelle città di Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e Brindisi.

Martedì 12 giugno il capo della polizia Franco Gabrielli aveva annunciato l’introduzione delle pistole elettriche: “In questo modo potremo agire in ulteriori condizioni di sicurezza, sezna arrecare danno alle persone in certi interventi”.

Prima che il taser venga diffuso su tutto il territorio nazionale, le forze dell’ordine dovranno essere sottoposte a una specifica formazione. Attualmente il modello in uso è un X2 che rilascia una scarica elettrica di intensità regolare per una durata di cinque secondi.

L’arma ha un sistema di mira che si avvale di un doppio puntatore laser. Questa tipologia di taser può colpire un bersaglio fino a sette metri di distanza.

Per controllare coloro che lo utilizzeranno, verrà applicata sulla divisa una speciale telecamera in alta risoluzione e con visione notturna, che si attiverà soltanto nel momento in cui verrà tolta la sicura al taser.

Taser in Italia: come funziona, il voltaggio, la vendita, le limitazioni e i rischi

Il nome taser è un acronimo e sta per ‘Thomas A. Swift’s Electronic Rifle’.

Funziona attraverso una scarica elettrica in grado di immobilizzare i muscoli del corpo. Viene definita anche pistola elettrica, storditore elettrico o dissuasore elettrico.

Lo strumento, simile nella forma a una pistola, è composto da due elettrodi capaci di colpire un obiettivo con un flusso di corrente elettrica ad alto voltaggio, ma basso amperaggio, ovvero una bassa intensità di corrente.

L’elettricità che scorre nei due cavi è una carica elettrica che scorre attraverso un materiale conduttore.

Il dissuasore elettrico è in grado di stordire la persona colpita, immobilizzandola per alcuni secondi, senza provocare danni letali.

Premendo il grilletto della pistola si sparano contro l’obiettivo due piccole “freccette”, gli elettrodi appunto, legati al corpo del taser da due cavi elettrici isolati, lunghi solitamente non più di 8 metri.

Quando il bersaglio viene colpito, si crea un circuito elettrico e la scarica inizia a fluire dalle batterie del taser verso l’obiettivo.

In generale la scarica prodotta è ad alto voltaggio (circa 50.000 volt) e a basso amperaggio (6 milliampère), partendo da una normale batteria a 7,2 volt.

Un amperaggio così basso sarebbe però insufficiente a produrre gli effetti voluti – scrive il sito specializzato earmi.it – e perciò la carica viene concentrata in un condensatore da cui viene rilasciata ad impulsi di 4-5 microsecondi (milionesimi di secondi), con picchi di 5-6 Amp. e con un ritmo di una quindicina di impulsi al secondo che si scaricano ogni volta che attraverso il corpo si chiude il circuito tra le due freccette.

Le Nazioni Unite la inseriscono tra gli strumenti di tortura. Secondo Amnesty International l’uso di queste armi ha provocato la morte di centinaia di persone degli Stati Uniti (500 morti tra il 2001 e il 2012) e ne ha chiesto il ritiro. Secondo altri studi le morti dipenderebbero dai problemi cardiaci delle persone colpite.

Per l’Associazione Antigone il taser può causare rischi mortali su “persone con disturbi neurologici o cardiaci” e che negli ultimi 18 anni sarebbero stati circa 1.000 i morti a causa di questa pistola

Le prime armi del genere sono state progettate a partire dal 1998. Per la legge italiana il taser è considerato arma propria ma non arma da fuoco, per importarla serve un’apposita licenza e per possederla serve il porto d’armi.

Nel mondo sono 107 i paesi che utilizzano l’uso di questa arma, e tra questi vi sono Germania, Regno Unito, Finlandia, Brasile e Canada.

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