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Home » Esteri

Yemen, 33 migranti sono morti annegati al largo delle coste meridionali

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Foto di repertorio. Credit: Getty Images

Si tratta del secondo incidente che in pochi giorni coinvolge i migranti che dall'Africa cercano di raggiungere i più ricchi paesi del Golfo

Un’imbarcazione con a bordo 150 migranti di origine africana si è ribaltata al largo delle coste meridionali dello Yemen, causando la morte di almeno 30 persone tra cui 5 sono donne e bambini.

Fonti ufficiali yemenite hanno riferito che l’incidente è avvenuto domenica 2 settembre vicino alle coste della provincia di Shabwa, nel sud del paese.

Secondo le stesse fonti, la maggior parte dei migranti a bordo dell’imbarcazione provengono dalla Somalia.

Nonostante il conflitto che sconvolge il paese dal 2015, lo stretto tra il Corno d’Africa e le coste dello Yemen è una rotta molto utilizzata dai migranti che cercano di arrivare nei più ricchi paesi del Golfo.

Un simile incidente costato la vita ad altri 33 migranti provenienti ancora una volta dall’Africa si è verificato la scorsa settimana al largo della costa sud orientale dello Yemen.

In quel caso, la morte dei profughi era stata causata dai trafficanti che hanno gettato i migranti in mare ad alcuni chilometri dalla riva.

A dare la notizia è stato il portavoce dell’ufficio in Yemen dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), Saaba al-Mualemi, all’agenzia di stampa cinese Xinhua.

“I trafficanti a bordo di una delle imbarcazioni hanno aperto il fuoco e costretto i passeggeri a saltare fuori dalla barca a pochi chilometri dalla riva”, ha riferito al-Mualemi, aggiungendo che alcuni migranti sono riusciti a nuotare fino a terra e a salvarsi, mentre “le squadre di soccorso yemenite hanno rinvenuto 33 vittime”.

A maggio, altri 46 rifugiati africani erano annegati al largo di Shabwa.

Inatnto l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, nel report “Viaggi disperati” sostiene che i viaggi della speranza dei migranti attraverso il Mediterraneo sono in diminuzione, ma sono anche più rischiosi.

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Secondo lo studio, pur essendo calato il numero assoluto di morti nel Mediterraneo rispetto allo scorso anno, è invece aumentata l’incidenza percentuale delle vittime.

Lo scorso anno sono state 2.276 (una ogni 42 arrivi) le persone che hanno perso la vita mentre tentavano la traversata. Nello stesso periodo di quest’anno si contano 1.095 vittime, una ogni 18 approdi sulle coste europee.

Il picco è stato registrato nel mese di giugno: un morto ogni sette arrivi. Le autorità della Libia hanno intercettato o salvato 18.400 persone tra agosto dell’anno scorso e luglio di quest’anno. Ovvero un aumento del 38 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016 e 2017.

Come sottolinea l’Unhcr, chi viene riportato indietro in Libia viene spesso rinchiuso in centri di detenzione che versano in condizioni pessime. Qui i migranti subiscono violenze e soprusi e sono di fatto ridotti in una condizione di schiavitù.

La possibilità di perdere la vita nei centri di detenzione libici è elevatissima.

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