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Home » Esteri

Manifestazione pro-migranti a Monaco di Baviera contro la politica del ministro dell’Interno Seehofer

Immagine di copertina
Foto da Facebook

A Monaco di Baviera circa 30mila persone hanno manifestato sotto la pioggia contro la politica anti-migranti dell’Unione cristiano-sociale (Csu) e del ministro dell’Interno Horst Seehofer, che ha spinto la cancelliera Angela Merkel, leader della Cdu, a sottoscrivere un accordo più rigido sull’immigrazione.

Il corteo, partito da Goetheplatz e diretto a Königsplatz, è stato indetto da oltre 150 organizzazioni politiche e associazioni umanitarie.

“La Csu si sta spostando sempre di più su posizioni di estrema destra e anti-democratiche tentando così di copiare l’esempio della destra populista dell’Alternative für Deutschland”, ha detto Thomas Lechner, presidente dell’associazione Diritti Umani e Democrazia, citato da La Stampa. “A scendere in piazza è oggi la maggioranza silenziosa dei tedeschi, stufa dei toni sempre più apertamente razzisti e autoritari dei politici”.

L’accordo Cdu-Csu sui migranti

Alcune settimane fa ministro dell’Interno, Horst Seehofer aveva minacciato di dimettersi se la Germania non avesse adottato una posizione più rigida sui migranti.

Il ministro poi ha deciso di restare al suo posto dopo aver raggiunto un accordo sui migranti con la cancelliera Angela Merkel.

L’intesa prevede la creazione di centri di transito al confine con l’Austria dai quali sarà possibile rifiutare l’ingresso di richiedenti asilo provenienti da altri paesi dell’Unione europea: i migranti saranno respinti verso i paesi dove sono entrati la prima volta e hanno fatto richiesta.

La cancelliera Merkel ha parlato “un accordo decisivo che va nella direzione di ordinare e gestire la migrazione secondaria”.

“Dopo intense discussioni abbiamo raggiunto un accordo su come possiamo in futuro prevenire l’immigrazione clandestina al confine tra Germania e Austria”, ha dichiarato Seehofer in quell’occasione.

La tensione interna al governo tedesco era esplosa dopo l’accordo siglato da Merkel in occasione del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno.

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