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Chi è Helena Janeczek, vincitrice dello Strega 2018, e di cosa parla il suo romanzo La ragazza con la Leica

Immagine di copertina
Gerda Taro, la fotoreporter protagonista del romanzo La ragazza con la Leica

Il 5 luglio 2018, al Museo Etrusco di Villa Giulia, è stato assegnato il 72esimo premio Strega, alla scrittrice Helena Janeczek, con un romanzo sulla fotografa Gerda Taro

Dopo 15 anni una donna ha vinto il premio Strega. Helena Janeczek con il suo romanzo La ragazza con la leica, si è aggiudicata la 72esima edizione del premio letterario più ambito d’Italia. L’ultima donna era stata Melania Mazzucco nel 2003, con Vita. In totale, nella storia del premio, che inizia nel 1947, sono state solo 10 le donne vincitrici, a fronte dei 61 uomini.

Con Janeczek, che ha ottenuto 196 voti a favore, torna una donna a vincere, con una storia tutta al femminile. Il suo romanzo, edito da Guanda, racconta la storia di Gerda Taro, la prima fotoreporter morta su un campo di battaglia a 26 anni.

“Non somiglio a Gerda Taro. È stato bello cimentarmi con una figura diversa. Lei è nata coraggiosa, io il coraggio ho imparato a tirarlo fuori. Lei mi ha aiutato nei sei anni in cui ho scritto questo libro. Vorrei che non passassero altri 15 anni dalla vittoria di un’altra donna”, ha detto la vincitrice.

Qual è stato il ricordo più divertente della giornata? Bere dalla bottiglia dello Strega, il liquore che dà il nome al premio, ha detto Janeczek.

Chi è Helena Janeczek

La vincitrice del 72esimo premio Strega è una scrittrice tedesca, naturalizzata italiana, di origini ebreo-polacche.

Con lo stesso romanzo con cui ha vinto il premio Strega, si era già aggiudicata il premio Bagutta. Con Guanda la scrittrice, che vive in Italia dal 1983, aveva già pubblicato Le rondini di Montecassino, nel 2010.

Qui le sue opere:

  • Ins Freie: Gedichte, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 1989
  • Lezioni di tenebra, Milano, Mondadori, 1997 – Nuova ed. Parma, Guanda, 2011
  • Cibo, Milano, Mondadori, 2002
  • Le rondini di Montecassino, Parma, Guanda, 2010
  • Bloody Cow, Milano, Il Saggiatore, 2012
  • La ragazza con la Leica, Parma, Guanda, 2017

Di cosa parla il suo romanzo La ragazza con la Leica

La storia, ambientata nella Spagna degli anni 30, è un ritratto di Gerda Taro Pohorylle, fotografa tedesca nota per i suoi reportage di guerra e compagna del celebre fotografo Robert Capa con cui ha collaborato anche a livello professionale.

La protagonista del romanzo muore a soli 26 anni durante la sanguinosa guerra civile spagnola. “Era una donna indipendente e affascinante e Hemingway la defiì una puttana”, racconta la scrittrice della sua protagonista.

La storia è raccontata da tre voci narranti vicine a Gerda Taro: un cardiochirurgo innamorato di lei Willy Chardack, l’amica Ruth Cerf, e il suo fidanzato prima di Robert Capa, Georg ­Kuritzkes.

Gerda Taro, il cui vero nome era Gerta Pohorylle, nasce a Stoccarda da una famiglia di ebrei polacchi, e la sua origine ebraica le creerà non pochi problemi con l’avvento del nazismo in Germania.

Ribelle, forte, antifascista e complessa. Sono solo alcuni degli aggettivi che descrivono la giovane fotografa fuggita dalla Germania e finita, insieme a Capa, a raccontare la guerra civile spagnola.

Il 26 luglio 1937 moriva travolta da un carro armato. Al ritorno dal fronte di Brunete, Gerda Taro viaggiava aggrappata al predellino esterno di una vettura. Ad un certo punto, aeroplani tedeschi volarono a bassa quota sul convoglio repubblicano mitragliandolo, seminando il panico.

Un carro armato repubblicano amico urtò l’auto alla quale era aggrappata Gerda che cadde sotto i cingoli restando schiacciata e letteralmente sventrata all’altezza dello stomaco.

Gerda non perse conoscenza e durante il trasferimento all’ospedale di Madrid, dimostrando un grandissimo sangue freddo. A nulla valsero i tentativi di rianimarla. Morì poche ore dopo.

Qui tutto quello che c’è da sapere sul Premio Strega 2018.

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