Chi è Erika Stefani, ministro degli Affari regionali del governo M5S-Lega
Per guidare il Ministero degli Affari regionali del governo Movimento 5 Stelle-Lega è stata indicata la senatrice leghista Erika Stefani
Nella serata di giovedì 31 maggio il premier in pectore Giuseppe Conte ha presentato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la lista dei ministri del governo che andrà a guidare, sostenuto da Movimento Cinque Stelle e Lega.
Per il Ministero degli Affari regionali è stata indicata la senatrice leghista Erika Stefani.
La nascita dell’esecutivo è stata resa possibile dall’accordo raggiunto tra i leader dei due partiti, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, e il capo dello Stato sulla rinuncia a nominare ministro dell’Economia l’economista Paolo Savona, contestato per via delle sue posizioni su Unione europea ed euro.
Savona farà comunque parte del nuovo governo, ma con un ruolo diverso: quello di ministro degli Affari europei.
Al suo posto è stato nominato ministro dell’Economia il professor Giovanni Tria, ordinario di economia politica all’Università Tor Vergata di Roma e presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione.
Qui abbiamo raccolto la lista completa dei ministri del nuovo governo Lega-5 Stelle.
Chi è Erika Stefani
Erika Stefani, ministro degli Affari regionali del governo M5S-Lega guidato da Giuseppe Conte, è nata l’8 luglio 1971 a Valdagno, in provincia di Vicenza.
Stefani, che è di professione avvocato, ha iniziato la carriera politica nel 1999 con una lista civica nel Consiglio comunale di Trissino, in provincia di Vicenza.
Sempre nel comune veneto è stata assessore all’Urbanistica e vice sindaco nel 2009.
È stata eletta per la prima volta in Senato tra le fila della Lega alle elezioni politiche del 2013, entrando a far parte della giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.
Durante la sua attività parlamentare Stefani si è occupata principalmente di temi legati alla giustizia.
Da ministro per gli Affari regionali si occuperà di un tema molto caro al suo partito: l’autonomia delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, proseguendo il lavoro iniziato con il governo Gentiloni.