L’Italia è la quarta potenza militare in Europa, ma quanto ci costa?
Il nostro paese ha uno degli eserciti più forti in Europa ma spende anche molto per mantenerlo, i dati in un'infografica
Nel 2017 in tutto il mondo sono stati spesi ben 1.738 miliardi di dollari per la messa in piedi e il potenziamento degli arsenali militari. Chi spende di più è allo stesso tempo una superpotenza?
Per rispondere a questa domanda e capire, in particolare, dove si posiziona l’Italia per rapporto spesa-forza militare, Money.it ha preso la classifica 2018 di Global Firepower sugli eserciti più potenti al mondo e i dati SIPRI (Istituto Internazionale di Stoccolma per le ricerche sulla pace) su quanto spendono i vari paesi per l’acquisto, la realizzazione e il miglioramento del proprio arsenale militare. Dal confronto dei due report sono emersi almeno 4 dati interessanti:
1) Gli Stati Uniti sono primi in classifica per potenza e spesa militare
2) La Russia è la seconda superpotenza mondiale ma spende sempre di meno
3) L’Italia è la quarta nazione in Europa sia per spesa militare che per potenza dell’arsenale militare
4) L’Arabia Saudita è fuori dalla top 20 degli eserciti più forti pur spendendo più della Russia
Il caso italiano
A livello mondiale il nostro Paese si trova poco fuori dalle due top ten: è all’11° posto nella classifica del Global Firepower e al 12° in quella del SIPRI. Restringendo il campo alla sola Europa, lo Stivale è 4° in entrambe le classifiche. In sostanza l’assioma è perfettamente vero nel caso italiano ma non solo: rispettano le loro posizioni anche Francia (primo posto), Regno Unito (secondo) e Germania (terzo).
Nel dettaglio l’Italia, per avvalersi di 267.500 soldati, 828 velivoli, 200 carri armati e 143 unità navali, nel 2017 ha speso 29,2 miliardi (i dati SIPRI sono in dollari). Si rileva un calo del 17 per cento negli ultimi 10 anni, ma stando al rapporto MIL€X 2018 a cura dell’Osservatorio sulla spesa militare italiana, il budget stanziato per il 2018 avrà un incremento del 4 per cento rispetto all’anno scorso (1,4 per cento del PIL).