Alleanza Lega-M5s: ecco i punti in comune e le differenze nei programmi
Al momento appare probabile un accordo tra leghisti e pentastellati per la formazione di un governo. I due partiti condividono alcune battaglie, mentre su altri punti dei rispettivi programmi non c'è sintonia
Dopo le elezioni del 4 marzo 2018 (qui le ultime notizie) siamo entrati nelle fasi decisive per la formazione del governo (qui quello che c’è da sapere sulle consultazioni).
Le due forze politiche uscite vincitrici dalla tornata elettorale sono senza ombra di dubbio il Movimento Cinque Stelle e la Lega (qui i seggi che spettano a ciascun partito nel prossimo parlamento).
Il primo passaggio da affrontare sarà quello dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato, previsto per il 23 marzo.
Come sempre in questi casi, specialmente quando dalle urne non esce un vincitore chiaro, l’elezione della seconda e della terza carica dello stato delinea gli equilibri politici e funge da anticamera per la composizione del governo e della maggioranza parlamentare.
In queste ore fervono le trattative tra i partiti, e al momento l’asse che con più probabilità potrebbe formarsi è proprio quello tra le Lega e il Movimento Cinque Stelle. Un accordo che potrebbe partire dall’elezione dei presidenti di Camera e Senato per poi diventare una vera e propria alleanza di governo.
Mercoledì 14 marzo, Matteo Salvini ha chiamato il leader del M5s Luigi Di Maio proprio con l’obiettivo di trovare un accordo sulla presidenza delle Camere.
È lo stesso Di Maio che ha spiegato i dettagli della telefonata in un post su Facebook: “Poco dopo le ore 20 ho ricevuto una telefonata da Matteo Salvini. Mi fa piacere raccontarvi cosa ci siamo detti perché voglio che tutto avvenga nella massima trasparenza. Ho ricordato a Salvini che il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica del Paese, con il 32% dei voti, pari a quasi 11 milioni di italiani che ci hanno dato fiducia, e che alla Camera abbiamo il 36% dei deputati. Per noi questa volontà è sacrosanta e vogliamo che venga rispecchiata attraverso l’attribuzione al MoVimento della presidenza della Camera dei Deputati”.
Salvini ha replicato: “A nome della coalizione più votata dagli italiani ho ritenuto mio dovere telefonare a Di Maio, Martina e Grasso, per aprire un dialogo sulle presidenze delle Camere, per garantire agli italiani che si perda meno tempo possibile e che si rispetti il voto del 4 marzo”.
Il leader della Lega ha anche detto che lavorerà per trovare una maggioranza in grado di formare un nuovo governo, ma che tra gli interlocutori con cui intende dialogarenon c’è il Pd.
Alleanza M5s-Lega: governo di scopo maggioranza politica?
Al momento una delle ipotesi che circolano è quella di un accordo tra Movimento Cinque Stelle e Lega per un governo di scopo, che avrebbe il compito di cambiare la legge elettorale e approvare alcune misure economiche, con l’obiettivo di tornare al voto entro un anno.
Non è escluso, però, che si possa formare un asse “sovranista” in grado di durare anche più a lungo. Un’alleanza che tagli fuori tutti i partiti moderati ed europeisti e che si saldi attorno ad alcuni specifici punti programmatici.
In ogni caso, anche se l’accordo M5s-Lega dovesse durare un solo anno, sarebbe necessario trovare una convergenza su una serie di proposte da far passare in questo arco temporale.
Proprio per questo motivo, è necessario analizzare analogie e differenze tra i programmi dei due partiti, per capire su cosa potrebbero mettersi d’accordo e quali differenze, invece, resterebbero insuperabili.
I punti di convergenza tra Lega e Cinque Stelle
Immigrazione
Sebbene i programmi dei due partiti non siano certo identici su questo tema, è indubbio che sull’immigrazione i punti di contatto tra pentastellati e leghisti ci siano.
Le proposte del Movimento Cinque Stelle in questo ambito sono principalmente due: migliorare la cooperazione internazionale finalizzata alla stipula di trattati per i rimpatri, e 10.000 nuove assunzioni nelle commissioni territoriali per valutare, in un mese, come negli altri paesi europei, se un migrante ha diritto a stare in Italia o no.
Ci sono quindi delle sicure convergenze con la Lega perlomeno sul fronte dei rimpatri. Il Carroccio propone misure più radicali come l’introduzione di una nuova legge che punisca l’immigrazione irregolare.
Matteo Salvini, a poche settimane dal voto, ha anche definito l’Islam “incompatibile con la Costituzione italiana”. “L’Islam costituisce un rischio evidente – aveva detto Salvini – perché vuole far prevalere una legge religiosa sulla legge nazionale. Non voglio certo fare la fine del Regno Unito, in cui i tribunali inglesi sono stati sostituiti da quelli islamici”.
Le posizioni tendenzialmente più moderate dei Cinque Stelle e quelle più radicali della Lega su questo tema non sembrano comunque inconciliabili.
Va ricordato che entrambi i partiti hanno espresso la loro contrarietà alla legge sullo Ius soli, inizialmente proposta dal Partito Democratico nella legislatura appena conclusa ma che non è mai stata tramutata in legge.
Provvedimenti che rendano più semplice l’acquisizione della cittadinanza per gli immigrati, quindi, con questi due partiti alla guida del paese, sono assolutamente da escludere.
Taglio dei costi della politica
Proprio negli ultimi giorni Matteo Salvini ha aperto ai Cinque Stelle sul tema del taglio dei costi della politica, da sempre un cavallo di battaglia del movimento fondato da Beppe Grillo.
Nella telefonata del leader della Lega a Di Maio di mercoledì 15 marzo, infatti, Salvini ha parlato esplicitamente, secondo quanto lui stesso ha riportato ai cronisti, di “rendere più veloci e trasparenti i regolamenti, tagliare i vitalizi e le spese inutili”, indicandole addirittura come “priorità” del Carroccio.
Pensioni
Convergenze tra i due partiti si registrano sicuramente anche sul tema delle pensioni. Entrambi infatti sono favorevoli all’abolizione della legge Fornero.
Anche dal punto di vista delle relazioni con le istituzioni europee, il percorso di Lega e Cinque Stelle è stato analogo. Dopo essersi assestati per anni su posizione radicali, a partire dall’uscita dall’euro, ora entrambi i partiti hanno parzialmente rivisto questo schema.
Di Maio, proprio in campagna elettorale, ha affermato esplicitamente che “non è più il momento di uscire dall’euro”. Dal canto suo Salvini, nella conferenza stampa tenuta a Strasburgo martedì 14 marzo, ha dichiarato: “Sarebbe impossibile un’uscita dell’Italia dall’euro improvvisa e solitaria”.
Si può quindi dire che sia il Movimento che la Lega condividono le critiche alle politiche di austerità e ai vincoli di bilancio imposti dall’Europa, e che entrambi vorrebbero ridiscutere i trattati europei senza però, almeno per il momento, uscire dalla moneta unica.
Economia: aumento del deficit pubblico
In stretta correlazione con lo sforamento dei vincoli di bilancio europei c’è la questione dell’aumento del deficit pubblico, funzionale a politiche espansive. Su questo Salvini è stato molto chiaro sempre nel suo discorso a Strasburgo: “Ignoreremo il tetto del 3 per cento”.
Il Movimento Cinque Stelle si è mantenuto più vago su questo punto, ma non c’è dubbio che misure come il reddito di cittadinanza renderebbero ben difficile, se non impossibile, il rispetto dei vincoli europei.
Anche su questo aspetto, quindi, i programmi di Cinque Stelle e Lega sembrano convergere.
I punti di divergenza tra Lega e Cinque Stelle
Tasse
Uno dei punti su cui un ipotetico governo tra leghisti e grillini farebbe più fatica a trovale la quadra è la tassazione.
Come è noto, il centrodestra, Lega compresa, ha proposto dall’inizio della campagna elettorale la flat tax, ovvero un sistema fiscale che applica la stessa tassazione, in termini di aliquota, a tutti i contribuenti, indipendentemente dal loro reddito.
La Lega ha proposto una tassazione uguale per tutti al 15 per cento, il che implicherebbe una drastica riduzione delle imposte soprattutto per i redditi più alti.
La posizione dei pentastellati è differente, e si appunta su una riduzione delle imposte soprattutto per le classi medie, con una no tax area per i redditi fino a 10mila euro.
Reddito di cittadinanza
Il grande cavallo di battaglia dei grillini, il reddito di cittadinanza, è una misura che non è vista affatto di buon occhio dalla Lega. Salvini ha ribadito a più riprese di non voler dare soldi “a chi sta a casa senza fare niente” (sebbene il reddito di cittadinanza dei Cinque Stelle non preveda questo).
Al momento questo appare l’elemento di maggiore distanza tra i due partiti. Dopo le aspettative suscitate in campagna elettorale, sarebbe assai difficile per il Movimento non tenere fede all’impegno del reddito di cittadinanza senza che i suoi elettori si sentano traditi.
Spesa militare
La Lega, coerentemente con la sua impostazione che mette al centro il tema della sicurezza, vorrebbe aumentare la spesa militare, mentre il programma del Movimento Cinque Stelle prevede di ridurla.
Giustizia
La Lega punta alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e alla responsabilità civile dei magistrati, due proposte lontane dalla cultura giuridica del Movimento Cinque Stelle.
I due partiti concordano invece sulla necessità di ridurre i tempi dei processi.
Riforme istituzionali
La Lega punta forte sul federalismo e le maggiori autonomie delle regioni, un tema da sempre cavalcato dal partito. Su questo il Movimento Cinque Stelle non ha una linea chiara e definita.
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