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Viaggio nella setta della maternità “fai da te” (quota d’ingresso 1.300 euro)

Immagine di copertina

Ci siamo infiltrati nella rete del "Mandala". Si entra pagando 1.300 euro in cambio della falsa promessa di futuri guadagni. Sono gruppi di donne ispirati a riti naturalistici. E alle adepte incinte ordinano di partorire in casa senza ausilio medico. Ecco come funziona

«Ciao cara, sono entrata a far parte di un meraviglioso gruppo di donne che mi ha cambiato la vita, il telar dei sogni. È un movimento di sostegno economico che mira a realizzare i desideri di tutte le partecipanti. Si entra versando una quota di 1.300 euro che poi si riceverà moltiplicata per otto, ma oltre a un significativo guadagno economico, avrai a tua disposizione una rete affettuosa di sorelle sempre attente ai tuoi bisogni, che ti ricordano ogni giorno il tuo immenso valore di donna. È un gruppo esclusivo e si entra solo su invito, io ho pensato proprio a te perché sei una donna speciale. Se la cosa ti incuriosisce ti inserisco nella nostra riunione di presentazione senza impegno!».

Il percorso di ogni donna all’interno della setta del Mandala inizia dopo aver ricevuto questo messaggio, di solito sotto forma di nota vocale. Se la mittente ottiene un riscontro positivo da parte della prescelta, che di solito è poco più che una conoscente, viene organizzata una riunione che si terrà alle ore 21 del lunedì successivo e che il gruppo definisce «zoom scintilla».

Ci siamo infiltrati in questa setta per un mese: abbiamo partecipato a rituali, conversazioni  e preghiere quotidiane. Quello che ne è emerso è un sistema oscuro e a tratti persino pericoloso. 

LEGGI ANCHE: Inchiesta TPI – “E tu, donna, partorirai con dolore”: chi c’è dietro il business della maternità sofferta

Cieco ritorno alla natura
La setta del Mandala, o telar dei sogni, è il nome con cui si identificano gruppi di donne – ne abbiamo contati circa duecento in tutta Italia – il cui intento è sovvertire le logiche del mercato ed emanciparsi dal patriarcato, mettendo in piedi quella che definiscono un’economia solidale femminista.

Questi gruppi vagamente esoterici predicano un cieco ritorno alla natura, diffidano ostinatamente della scienza e ad esempio – come raccontiamo nel servizio a pagina 8 – raccomandano alle proprie adepte incinte di partorire rigorosamente in casa senza affidarsi a medici.

Per entrare a far parte della rete bisogna versare una quota di 1.300 euro: in cambio vengono promessi un ritorno economico e affetto incondizionato da parte delle altre componenti.

Ogni donna nel gruppo ha il compito di farne entrare almeno altre due, rispettando precisamente lo schema di ogni sistema di vendita piramidale, che in Italia è illegale dal 2005.

Il telar ha una struttura basata sui quattro elementi ed è definito anche Mandala, dal nome della figura geometrica orientale – simile a un fiore – che presta la struttura all’organizzazione, composta da quindici persone figurativamente disposte come petali: una “acqua” al centro, due “terre” ai suoi lati, quattro “venti” più esterni e otto petali periferici chiamati “fuochi”.

Ogni elemento ha un ruolo preciso: il fuoco dona il denaro, il vento trova nuovi fuochi, la terra sostiene emotivamente e concretamente tutto il gruppo, l’acqua, detta anche la sacerdotessa, prende le decisioni più importanti e riceve i soldi.

L’obiettivo è l’avanzamento di grado: man mano che si trovano nuovi fuochi ogni componente diventa più vicina all’acqua, quindi al guadagno economico o, come lo definiscono nel gruppo, all’abbondanza o illuminazione. Ovviamente nel frattempo passano anni. 

Spetta proprio alla donna che ricopre la figura dell’acqua (quindi destinataria delle quote d’ingresso degli otto fuochi) il compito di spiegare i vari regolamenti del gruppo alla nuova partecipante, durante la zoom scintilla.

La sacerdotessa definisce i 1.300 euro con cui si aderisce al gruppo come un dono che permetterà non solo la realizzazione dei sogni altrui – cosa di cui l’universo terrà conto – ma anche di liberarsi dalla trappola economica tipicamente occidentale che avvelena gli animi.

La pratica della donazione, secondo la sua teoria espressa in tono solenne e calmo, recherà benefici soprattutto alla donatrice. La donna acqua parlerà anche dei dieci comandamenti del gruppo: uno dei principali impone alle partecipanti di «non dubitare mai delle proprie sorelle e di non dare fiducia a ciò che si legge online».

La persona che deve valutare se far parte del movimento assiste a una presentazione del gruppo che dura circa due ore, in cui ogni membro racconta dei suoi sogni tra lacrime di commozione e urla di accoglienza entusiasta.

Qualcuno racconta del sogno di acquistare un camper, elemento particolarmente ricorrente, qualcun’altra del desiderio di una casa in montagna, ma la maggior parte delle partecipanti rivela di aver bisogno del sostegno economico del gruppo per poter crescere i figli e stare tranquilla per un po’ (sebbene lo stile di vita promosso dal Mandala sia profondamente votato al minimalismo, si deve pur mangiare…).

L’unica volta in cui è concessa la parola alla nuova scintilla è per farle raccontare il suo sogno, che trova puntualmente un’ottima accoglienza da parte di un gruppo apparentemente determinato a permetterne la realizzazione.

Al termine della riunione, la nuova partecipante deve dire «il suo sì», sotto l’invocazione delle altre partecipanti . A questo punto, se il sì arriva, si entra in due gruppi Whatsapp: quello di preghiera con tutte le componenti e quello della triade, in cui si è in tre (due fuochi e un vento). 

Preghiere e donazioni
La donazione economica dovrà avvenire il giorno successivo, e se la nuova partecipante non potrà farla in un’unica soluzione avrà la possibilità di chiedere di rateizzare, purché s’impegni a versare la prima quota il giorno stesso e l’ultima dopo due settimane al massimo.

Il tutto è sigillato da un particolare contratto, che viene immediatamente fatto firmare alla nuova partecipante. Il gruppo è ben allenato a sopperire alle resistenze economiche delle eventuali nuove adepte: nel regolamento della chat Whatsapp di preghiera è pubblicata una lunga normativa a cui si deve fare fermo riferimento in caso di qualunque inghippo nel processo centripeto del movimento.

Sulla chat di un telar sardo previsto, per il “fuoco” quanto segue: «Quando non materializzo il regalo significa che ho un problema con la fiducia nell’atto di “dare”. Se non materializzo decido di non impegnarmi e di non darmi totalmente al movimento. La soluzione è bruciare le paure che ci bloccano dal buttarci totalmente in questo movimento, scriverle su un foglio e bruciarle. Aprirci con le nostre sorelle sui dubbi che possiamo avere e lasciarci accogliere da loro. Riaffermare il nostro sì compiendo una serie di azioni focalizzate ed ispirate che ci porteranno a concretizzare il regalo nei tempi che abbiamo stabilito».

Per il “vento” viene scritto: «Se non riesco a portare le mie due invitate significa che ho problemi con la comunicazione, e allora devo cambiare qualcosa in me. Si tratta di espandere una nuova coscienza e la espando partendo dalla certezza di ciò che sento, comunico dandomi comunque delle risposte negative perché queste hanno lo scopo di rafforzare ciò che sento. Se non attraggono altre donne al movimento probabilmente è anche perché non mi sento capace e inconsciamente continuo ad essere connessa con il vecchio paradigma della scarsità. Ci sono tantissime donne là fuori pronte per fare questa esperienza meravigliosa, sentiamoci meritevoli e capaci di attrarle in questa rivoluzione!».

E ancora, con riferimento alla “terra” il regolamento del gruppo recita: «Se manco nel sostenere, nutrire e aiutare il mio mandala, è possibile che abbia un conflitto con il lavoro di gruppo, che io mi senta abbandonata o che mi nasconda dietro le altre donne perché facciano il mio lavoro. Questo è un elemento che si mette al servizio. Quindi vanno sviluppati l’ascolto, la ricettività e un certo pragmatismo per mettere in atto soluzioni. Abbiate il coraggio di fare proposte e di prendere decisioni insieme all’altra terra».

Infine, all’”acqua”, cioè la sacerdotessa destinataria delle quote d’ingresso, viene rappresentato: «Se il mio mandala è fermo quando è il mio turno di ricevere significa che non so ricevere, che non mi sento meritevole e non apro le porte all’abbondanza. A volte è questione di lasciare il controllo, e smettere di giudicare cosa fanno gli altri perché ciò vuol dire che non mi sento grata per ciò che ho. Quindi in questo modo blocchiamo il flusso dell’acqua e i fuochi non arrivano». In sintesi, la logica è: avere un problema all’interno del gruppo significa avere un problema con se stesse.

Difficile uscirne
Dopo la prima donazione economica si mette in atto la cerimonia di iniziazione, in cui il nuovo fuoco dovrà bruciare in diretta Zoom un foglio su cui ha precedentemente esposto gli elementi della sua vecchia vita che desidera abbandonare.

C’è anche chi scrive di volersi liberare di angoscia, ansia, insonnia, depressione, e brucia il foglio in diretta davanti a persone che, anziché consigliare un percorso terapeutico, sorridono e si commuovono. A cerimonia ultimata, per la nuova adepta ha ufficialmente inizio il percorso nel Mandala. 

Fin dal primo momento si ritroverà subissata da una valanga di messaggi Whatsapp: circa 300 messaggi al giorno, tra foto, video, audio, preghiere lunghissime e compiti che la sacerdotessa affida alle altre componenti, che già hanno i loro ruoli a cui adempiere tutti i giorni. Le donne che hanno il compito di trovare nuove adepte sono le più impegnate, e si ha l’impressione che vivano senza riuscire a distogliere il frenetico sguardo da questo obbiettivo. 

Nonostante la plastica cortesia delle componenti, di fatto dal Mandala non si può uscire più. Un giorno di un paio d’anni fa una donna di nome Clare Orchard, che vive a Siena, pubblica su Facebook una richiesta di aiuto: «Sono dentro ma non ci sto dentro. Mi sento svuotata e non riesco più a ingannare le altre donne. Voglio relazioni vere, persone vere, affetto vero. Era bello pensare di poter realizzare i miei sogni, ma quest’economia del dono non è come sembra, e soprattutto non è bella».

Sotto al suo post appaiono moltissimi commenti di accusa e aggressioni verbali: in uno si legge «Ti sei ingannata da sola perché nella vita niente è facile. Se ti senti obbligata e stanca è solo un tuo blocco, ti senti inferiore. Non scrivere, guarda dentro di te».

Evidentemente l’autrice di questo commento ha imparato molto bene il regolamento e i comandamenti. Clare sparisce dai social per un po’ di giorni, poi scrive di essere entrata in un altro Mandala, e che ora la sua anima viaggia leggera.

LEGGI ANCHE: Esclusivo TPI – Dentro la rete di donne che santifica il dolore del parto

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