La situazione italiana
Frontiere aperte in Italia a partire dal 3 giugno per risollevare il turismo nonostante il coronavirus. Si potrà viaggiare in Europa ed accesso consentito nella Penisola a tutti i cittadini dell’area Schengen e gli abitanti del Principato di Monaco.
Non saranno necessarie dunque le misure restrittive quali le autocertificazioni o la quarantena preventiva. Per prevenire possibili nuove ondate del virus e contestualmente permettere al settore turistico di ripartire, gli spostamenti avverranno sotto l’occhio dell’Agenzia Ue per le malattie la ECDC, alla quale spetterà il compito di mappare il territorio europeo per evitare una ripresa del contagio tra le zone maggiormente colpite dal virus.
Al contrario dell’Italia molte nazioni hanno invece mantenuto le misure restrittive. Se quindi, come si legge sul sito della Farnesina, gli italiani potranno spostarsi, sono numerosi i Paesi che hanno ancora limitato l’ingresso alle frontiere per i cittadini italiani.
Germania e Francia puntano ad eliminare il blocco turistico a partire dal 15 giugno ma, come affermato dal ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, cambierà completamente il modo di affrontare le vacanze rispetto alla scorsa estate, stessa cosa si può dire per i cugini di Oltralpe che hanno rilasciato una certificazione apposita per entrare nel Paese, scaricabile sul sito dell’ambasciata italiana a Parigi. Al momento sono entrambe chiuse per fini puramente turistici
Una delle mete preferite dei viaggiatori italiani mantiene chiusi i confini almeno fino al 31 maggio. Frontiere aperte a partire dal 15 giugno, come affermato dal premier Kyruakos Mitsotakis durante un vertice con altri Paesi balcanici. Chi arriva ad Atene dovrà però sottoporsi ad un test per coronavirus.
Il governo spagnolo ha abrogato il divieto di ingresso nel Paese per voli e navi passeggeri – tranne quelle da crociera – provenienti dall’Italia. Si può quindi tornare in terra iberica con l’obbligo di quarantena della durata di 14 giorni almeno fino al 24 maggio.
L’isola è ancora bloccata, almeno fino al 28 maggio in entrata. Le riaperture saranno parzialmente garantite da luglio ma soltanto per quei paesi che sono riusciti a contenere il contagio come Danimarca, Norvegia, Islanda, Grecia e Israele.
La Croazia è stata tra le prime nazioni a riaprire le frontiere. Ai turisti verrà comunicato quali precauzioni adottare ma non è prevista nessuna forma di quarantena forzata o isolamento obbligatorio.
Isolamento obbligatorio di 14 giorni per tutti i visitatori che arrivano sull’isola ad eccezione degli inglesi e degli irlandesi. Per i turisti inoltre è obbligatorio fornire indicazioni precise per comunicare dove essere contattati.
Frontiera ancora chiusa con l’Italia e, per entrare sul territorio austriaco per motivi turistici, bisognerà essere in possesso di un certificato medico, non più vecchio di quattro giorni, che attesti di aver compiuto il test e di essere negativi al virus.
Le frontiere restano aperte ma non per gli italiani. Gli abitanti della Penisola dovranno infatti restare in quarantena per 14 giorni una volta arrivati in uno dei tre paesi.
Non è permesso l’ingresso per motivi turistici all’interno del territorio svizzero anche se la situazione è in continua evoluzione e potrebbe sbloccarsi in qualunque momento.
Controlli alle frontiere e ingresso garantito soltanto per chi presenta un test negativo non più vecchio di 4 giorni.
Turismo e Coronavirus, la situazione fuori dall’Europa
Per i paesi extra europei la situazione varia da nazione a nazione. L’impatto del coronavirus sul turismo è stato sentito in tutto il mondo. Paesi che avevano nel settore la più alta risorsa economica si sono trovati a fronteggiare una crisi senza precedenti. Cuba ad esempio si dice prudente e non intende riaprire nel breve periodo mentre le Maldive sono a lavoro per provare ad allentare le misure restrittive a partire da luglio mentre per i viaggi negli Stati Uniti non c’è nessuna certezza visto lo sviluppo della pandemia sul suolo USA. In Canada è fatto divieto di ingresso ai cittadini stranieri fatta eccezione di diplomatici, residenti permanenti e congiunti di cittadini canadesi – oltre ai titolari di valido permesso di lavoro o studio – e quindi chiunque arrivi nel paese deve poter dimostrare di avere un posto adatto dove rimanere isolati per i successivi 14 giorni.
Altri Paesi però provano timide riaperture mantenendo quasi tutti i meccanismi di prevenzione quali la quarantena obbligatoria.
Chiunque arrivi in territorio australiano è obbligato a restare per 14 giorni in quarantena in Hotel selezionati dal governo del Paese. Permessi spostamenti soltanto per i residenti, i cittadini australiani e i parenti stretti.
Lì dove la pandemia è scoppiata resta l’obbligo di quarantena in hotel o a casa per 14 giorni per tutti i viaggiatori internazionali che verranno sottoposti ai test appena atterrati e monitorati per le due settimane successive dalle app locali.
Quarantena obbligatoria e a pagamento per chiunque arrivi in Corea del Sud. Il costo è di 75 euro e prevede anche il tracciamento attraverso un app.
Test in aeroporto e quarantena obbligatoria. Inoltre vige il divieto di utilizzo di mezzi pubblici per recarsi ai luoghi di isolamento.
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