Quello degli NFT, file registrati su blockchain a cui viene collegata un’immagine che li rende asset digitali unici, poi scambiati mediante piattaforme digitali, è un mercato che a partire dagli scorsi anni per arrivare fino ad oggi, è stato protagonista di un’incredibile e rapida crescita, che nel 2021 ha toccato la cifra record di 17 miliardi di dollari, per poi nei primi mesi del 2022 rallentare a causa delle incertezze economiche e socio-politiche dell’ultimo periodo.
La massiva diffusione degli NFT ha portato con sé, inevitabilmente, anche numerose problematiche giuridiche in tema di proprietà intellettuale, di tutela del consumatore, di fiscalità e – anche se meno trattato – di pignorabilità degli stessi NFT.
“Secondo la giurisprudenza, infatti, gli NFT, pur essendo beni astratti ed immateriali – commenta Tecla Maria Tunin, avvocato di Rödl & Partner – rientrano comunque nel patrimonio di un soggetto e, quindi, possono formare oggetto di diritti. Di conseguenza è possibile ricomprendere gli NFT nell’insieme dei beni pignorabili.”
“Tuttavia – chiarisce l’avvocato Tunin di Rödl & Partner – è difficile sottoporre a esecuzione forzato questi beni, poiché sono difficilmente individuabili. Infatti non esiste un registro specifico per gli NFT, come succede con il catasto per i beni immobili, e al fine di poter procedere concretamente con il pignoramento occorre scoprire in quale ‘crypto-wallet’, ovvero portafoglio digitale, sono contenute le chiavi che consentono al proprietario di effettuare transazioni su NFT.”
Alla luce di questo è, quindi, facile comprendere come gli NFT possano essere fonte di numerosi problemi giuridici e per potersi avvicinare a questo nuovo strumento digitale è importante farlo con le dovute conoscenze tecniche e giuridiche.