La sua descrizione biografica adesso parla chiaro: “Chief Twit”: Elon Musk ha completato l’acquisizione di Twitter per 44 miliardi di dollari, proprio nell’ultima data utile – il 28 di ottobre – ed ha già iniziato a fare pulizia, licenziando quattro top manager. Sono il chief executive Parag Agrawal, il chief financial officer Ned Segal, il responsabile degli affari legali e della ‘policy’ Vijaya Gadde e il general counsel Sean Edgett. Agrawal e Segal, che si trovavano all’interno del quartier generale della società, sono stati letteralmente scortati fuori dall’edificio dalla sicurezza.
“L’uccellino è libero”, ha twittato Musk, in riferimento al logo del social, un uccellino azzurro. I suoi primi investimenti risalgono allo scorso gennaio, quando il miliardario aveva iniziato ad acquistare regolarmente azioni fino a raggiungere – il 5 marzo – la quota del 5% dell’azienda. In aprile Twitter aveva accettato l’offerta da 44 miliardi formulata per la completa acquisizione, ma Musk aveva fatto retromarcia sostenendo che il social non avesse reso pubblico la mole di account spam e fasulli che lo utilizzano, dato che ne avrebbe alterato il reale valore di mercato. Un giudice del Delaware Chancery Court alla fine aveva stabilito che Musk avesse tempo fino ad oggi per concludere l’accordo o andare a processo. Twitter lo aveva infatti citato in giudizio, sostenendo che “si rifiuta di onorare i suoi obblighi nei confronti di Twitter e dei suoi azionisti perché l’accordo che ha firmato non serve più i suoi interessi personali”.
“Il motivo per cui ho acquisito Twitter è perché è importante per il futuro della civiltà avere una piazza cittadina digitale comune, dove un’ampia gamma di opinioni può essere discussa in modo sano, senza ricorrere alla violenza”, ha affermato Elon Musk. “Attualmente c’è un grande pericolo che i social media si spezzino in camere d’eco di estrema destra e di estrema sinistra che generano più odio e dividono la nostra società”.