Vuelta 2019, dodicesima tappa: lezione di ciclismo a Bilbao
Non ce n’era bisogno ma lui, tanto per gradire, ce lo ha ricordato. Philippe Gilbert conquista il traguardo di Bilbao con una azione che sa tanto di prova generale per la Milano – Sanremo 2020, l’unica classica monumento che manca nel suo palmares, vincendo la quale diventerebbe il quarto nella storia a conquistare tutte le cinque classiche storiche.
Il vallone, che ama sottolineare il suo essere in primis belga, ha fatto la differenza staccando sulla salita finale i 17 compagni di fuga con cui aveva salutato il gruppo a 60km dall’arrivo. La sua presenza tra gli attaccanti, tra l’altro supportata da quella del compagno di squadra Declercq, rendeva il pronostico della tappa abbastanza scontato.
I fuggitivi sono arrivati con tre minuti di vantaggio sul gruppo dei migliori fino all’imbocco dell’Alto de Arraiz, un dentello di solo 2,2km dalla pendenza media feroce del 13%, posto a 10km dal traguardo. Non è stato particolarmente difficile per il fuoriclasse belga liberarsi dei suoi malcapitati compagni di fuga, tra i quali solo gli spagnoli Aranburu e Barcelo tentavano di resistere in salita e, successivamente, rientrare in discesa. Ma come sempre succede con Gilbert, vedi Parigi – Roubaix di quest’anno, quando ha puntato un traguardo è molto improbabile che non lo centri.
Gli uomini di classifica, eccettuato un timido scatto di Miguel Angel Lopez, non si sono dati battaglia sull’ultima salita. Saggia decisione in considerazione di ciò che li attende domani. Nei 167km che porteranno la carovana roja da Bilbao a l’Alto de Los Machucos sono disseminati ben sette GPM con tanto di salita finale di 7km al 9%. Sara una giornata fondamentale, se non addirittura decisiva, per chiarire se Primoz Roglic sia già padrone della Vuelta 2019.