Vuelta 2019, decima tappa: Primo(z) di nome e di fatto
Tutto come previsto. Nei 36,2km dell’unica crono della Vuelta 2019, in pratica una fotocopia di quella corsa al Tour de France il 19 luglio scorso vinta da Julien Alaphilippe, Primoz Roglic infligge una lezione a tutti gli avversari conquistando tappa e maglia roja.
I distacchi sono sensibili e la classifica generale ora assume un contorno che fa capire quanto potrebbe essere difficile scalzare l’ex saltatore con gli sci sloveno dal gradino più alto del podio a Madrid. Don Alejandro Valverde occupa la seconda posizione in classifica generale a 1’52” da Baby Face, non proprio un distacco colmabile con qualche scatto ai 300 metri dall’arrivo seppur condito da qualche secondo di abbuono. Miguel Angel Lopez, che ha disputato una crono di gran lunga superiore alle attese perdendo solo due minuti, per pareggiate i conti necessità di una impresa mentre Nairo Quintana e Tadej Pogacar devono limitare al terzo gradino del podio le loro ambizioni.
È un Roglic chiaramente più maturo, questo della Vuelta, rispetto a quello che dominò la prima parte del Giro d’Italia per poi spengersi gradualmente nella seconda metà della corsa rosa. Inoltre, pur con il massimo rispetto per i suoi antagonisti, non deve affrontare un fuoriclasse dalla sagacia tattica di Vincenzo Nibali o lo scatenato duo Movistar del Giro, formato da Richard Carapaz e Mikel Landa, entrambi in uscita dal team spagnolo ancorché decisamente più incisivi del declinate tandem Quintana – Valverde.
Domani 11ma frazione, quasi interamente in terra francese: 169 km da Saint Palais a Urdax Dantxarinea, mossi anzi shakerati ma senza grandi asperità. Sembra fatta su misura per una fuga di Thomas De Gendt che, guarda caso, proprio oggi si è fatto vedere per la prima volta terminando la crono al settimo posto. Vedremo tra 24 ore, se avrò visto giusto.
Quarta tappa: ancora tregua prima dei fuochi d’artificio (di Simone Gambino)
Terza tappa: una Vuelta tutta irlandese (di Simone Gambino)
Vuelta 2019, seconda tappa: Un giorno da leone per il figlio d’arte (di Simone Gambino)
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