LA VIDEOLETTERA DI RICCARDO BOCCA: 29 APRILE 2021
Carissimo Andrea Agnelli,
le invio questa videolettera perché lei – da presidente della Juventus nonché complice della fallita operazione Superlega, quella pensata per ripianare i conti dei club calcistici forti e ricchi a discapito di quelli deboli – è stato fustigato a parole sulla pubblica piazza. Nell’ordine, è stato definito da ex amici e nemici come un traditore, un serpente, un bugiardo seriale. E intanto il nome della sua famiglia e della sua squadra hanno brillato a livello internazionale per miopia e antipatia.
Un autogol che parte dal mondo del pallone, è evidente, e che però si estende a ben altro. Lei infatti è l’ematoma di quelli che normalmente vengono definiti i “poteri forti” – e che economicamente e di fatto lo sono. E però a questo punto sono socialmente diventati i “poteri morti”.
Dopo infiniti anni di crisi, sfociati nel dramma profondo della pandemia, si è esaurita la pazienza nei confronti di chi ha costruito il proprio potere intrecciando industria, politica e controllo mediatico. Tanto più, caro Andrea Agnelli, che lei del carisma pirata di nonno Gianni non ha neppure i polsini.
Va detto che il momento non è propizio, per chi era abituato grazie al proprio denaro ad alzare sempre la voce grossa. Basti dire che. per restare competitiva sul mercato, la vecchia Fiat poi Fca – simbolo dell’Italia produttiva del Novecento – ha dovuto fondersi con Peugeot e lasciare il controllo ai francesi.
Eppure il cinismo non passa mai di moda. In questo senso, caro Andrea Agnelli, lei è finito in fuorigioco. Perché, con il tentato golpe della Superlega, lei ha rimarcato ancora una volta l’antica propensione all’arroganza. Quella dietro a cui, di fatto, poi ci sono i conti in rosso della sua squadra, da un lato, e, dall’altro, invece, la cultura di quei padroni che pensano sempre di poter sgambettare gli altri.
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