Nel campionato di serie A appena concluso (2017-2018) una partita su quattro è stata “corretta” dal Var (Video Assistant Referee). Per l’esattezza: 91 match sui 380 disputati. A rivelare questi dati è stata la società di servizi Formica Blu.
Tenendo conto che in qualche occasione la nuova tecnologia è intervenuta più volte nella stessa partita, sono state in tutto 117 le decisioni diverse rispetto a quelle iniziali dell’arbitro: 53 volte per un calcio di rigore (concesso in 34 occasioni e negato in 19) e 40 volte per la convalida di un gol (31 le reti annullate dopo aver rivisto le immagini).
Il 23,7 per cento delle partite è stato quindi influenzato dal Var: novantuno partite (44 nel girone d’andata e 47 in quello di ritorno) nelle quali la tecnologia ha portato a 117 decisioni diverse rispetto a quelle originariamente prese dall’arbitro.
La 35esima giornata, quella di Inter-Juve e Fiorentina-Napoli che ha probabilmente deciso la corsa scudetto, ha visto gli arbitri cambiare più volte idea in ben 7 partite su 10. La giornata “perfetta”, in fatto di mancati cambi di decisione dopo il Var, è invece stata la penultima (37esima), quella dell’ufficialità dello scudetto vinto dalla Juventus.
Quali sono stati gli episodi più “rivisti” dal Var? Gli arbitri italiani hanno utilizzato maggiormente la tecnologia per assegnare o no un calcio di rigore: ben 53 volte (25 nel girone di andata e 28 nel ritorno). Essendo stati in totale 120 i rigori concessi nella Serie A 2017/18, il Var è così intervenuto nel 28% dei casi.
Il club più “favorito” dal Var è stato il Cagliari (alla faccia della sudditanza psicologica per le big). Ben 4 gli episodi in positivo per i rossoblù. Peggio è invece andata a Fiorentina e Sassuolo: per ben 3 volte, infatti, l’intervento delle telecamere ha impedito a toscani ed emiliani di calciare un rigore, a differenza di quanto a caldo aveva deciso l’arbitro.
Chievo, Spal e Torino le due squadre alle quali la tecnologia ha assegnato più rigori contro (4).
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