Tra un paio di settimane prenderà il via il Mondiale di Russia 2018. Un evento atteso da quattro anni da tantissimi appassionati di calcio e non solo. In ogni paese, compresa l’Italia – che come noto non parteciperà alla kermesse -, milioni di persone si piazzeranno davanti alle tv per ammirare le giocate dei tanti campioni.
Per qualcuno però il Mondiale russo non esiste. O meglio: esiste, ma è uno spettacolo di propaganda russa e come tale non va trasmesso in televisione, men che meno da quella di Stato. Si tratta dell’Ucraina.
Che i rapporti tra Russia e Ucraina non siano idilliaci (eufemismo) è arcinoto. La situazione politico-militare ancora non ben definita nel Donbass e in Crimea non aiuta certo a ricucire lo strappo e la tensione è ancora alta.
Anche per questo a lungo ci si è posti un problema: giusto mandare la squadra guidata da Shevchenko a giocare il mondiale in una nazione che l’Ucraina considera autrice di un’aggressione alla sovranità nazionale?
Risposta alla domanda arrivata dai risultati della nazionale ucraina: terzo posto nel girone dietro Islanda e Croazia e quindi niente Mondiale.
Ucraina o no, il mondiale c’è lo stesso. E quindi? Trasmettere la competizione in tv? O cedere alle pressioni dei nazionalisti, che si sentirebbero offesi se qualcuno decidesse di trasmettere quelli che vengono considerati dei veri e propri messaggi propagandistici del “nemico” russo?
Intanto, secondo quanto riporta un’agenzia della TASS di qualche giorno fa, il parlamento potrebbe addirittura vietare la trasmissione della manifestazione. La TV di stato avrebbe già fatto un passo indietro, mentre le emittenti private sembrano restie all’acquisto dei diritti, per timore di ripercussioni di immagine.
Insomma, il rischio per gli appassionati di calcio ucraini di non poter vedere i gol di Messi e colleghi sembra molto alto. Vedremo se alla fine non verrà trovato un escamotage.