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Tour de France 2024: Tadej dà lezione di ciclismo al Plateau de Beille

Di Simone Gambino
Pubblicato il 14 Lug. 2024 alle 20:52 Aggiornato il 14 Lug. 2024 alle 20:54

Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha vinto per distacco la quindicesima tappa del 111° Tour de France, la seconda pirenaica, disputata lungo i 198 chilometri, comprensivi di 4.850 metri di dislivello e ben cinque GpM, da Loudenvielle al Plateau de Beille. Sul traguardo da cui nel 1998 Marco Pantani iniziò l’incredibile rimonta che lo portò a realizzare, ultimo nella storia, l’accoppiata rosa-gialla, il fuoriclasse di Komenda ha fornito la prova più convincente della sua carriera. Alle sue spalle è giunto secondo a 1’08″, il vincitore degli ultimi due Tour, il danese Jonas Vingegaard (Visma Lease a Bike), che ha preceduto il belga Remco Evenepoel (Soudal Quickstep), terzo a 2’51”. Esattamente come ieri, la classifica generale rispecchia l’ordine d’arrivo con Pogacar in maglia gialla con un vantaggio di 3’09” su Vingegaard e 5’19” su Evenepoel.

Si è assistito, in buona sostanza, allo stesso copione del giorno precedente. Sul Col de Peyresourde, subito dopo la partenza, è andata via una fuga composta dai seguenti 15 corridori: l’inglese Simon Yates (Jayco AlUla), il belga Laurens De Plus (Ineos Grenadiers), l’austaliano Jai Hindley e l’italiano Matteo Sobrero (Red Bull Bora Hansgrohe), i francesi Lenny Martinez (Groupama FDJ) e Guillaume Martin (Cofidis), l’ecuadoriano Richard Carapaz, l’irlandese Ben Healy (EF Education Easypost), il danese Jakob Fuglsang (Israel Premier Tech), gli spagnoli Enric Mas, Alex Aranburu e Javier Romo (Team Movistar), il sudafricano Louis Meintjes (Intermarchè Wanty), lo scozzese Oscar Onley (Team DSM Firmenich) e il norvegese Tobias Johannessen (Uno-X Mobility). Analogamente a 24 ore fa, agli attaccanti è stato lasciato poco spazio dagli uomini di classifica con la sola differenza che a controllare la corsa non è stata la UAE bensì la Visma, a conferma delle ventilate intenzioni belligeranti di Vingegaard. Transitati sul Col d’Agnes, a 59 chilometri dall’arrivo con 3’05” di vantaggio, i battistrada hanno visto il loro margine assottigliarsi in modo lento ancorché inesorabile. Ai piedi dell’ascesa conclusiva verso il traguardo, ai meno 16, i cinque superstiti della fuga (Carapaz, De Plus, Hindley, Johannessen e Mas) si sono presentati con poco più di due minuti sul gruppo della maglia gialla. A questo punto, Jonas ha messo Jorgenson a tirare con il chiaro compito di fare selezione.

L’accelerazione del californiano ha causato un’immediata frammentazione del gruppo, oltreché il dimezzamento del vantaggio dei fuggitivi. Purtroppo per la Visma, però, l’autonomia odierna del vincitore della Parigi-Nizza si è rivelata molto inferiore a quella mostrata in passato dell’assente connazionale Sepp Kuss, l’artefice dei successi di Jonas nelle ultime edizioni della Grande Boucle. A 10.600 metri dal traguardo Jorgenson, finita la benzina, si è fatto da parte, di fatto costringendo Vingegaard a uscire allo scoperto. Lo scatto del re pescatore ha demolito tutti gli avversari meno uno: Tadej Pogacar. Per cinque chilometri il danese ha profuso energie in quella che sembrava una ripetizione della sfida tra Pantani e Pavel Tonkov sulle rampe di Monte Campione al Giro d’Italia 1998. Poi, a poco più di quattro chilometri dall’arrivo, ha avuto luogo il ribaltamento. Pogacar, simile a una belva feroce, ha fiutato l’esaurimento energetico, e forse anche lo scoraggiamento psicologico, del rivale producendo uno dei suoi leggendari scatti. Vingegaard, inizialmente, ha ceduto poco per poi staccarsi in modo più netto negli ultimi metri.

Domani è previsto il secondo giorno di riposo cui farà seguito martedì 16 luglio la sedicesima tappa, una frazione per velocisti che si correrà lungo i 189 chilometri da Gruissan a Nîmes, dove, presumibilmente, avrà luogo l’ultimo sprint di questa edizione del Tour de France.

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