Il francese Romain Bardet (Team DSM Firmenich) ha vinto la prima tappa del 111° Tour de France, disputatasi lungo i 205 chilometri che hanno portato i corridori da Firenze sul lungomare di Rimini. Il 33enne di Brioude ha preceduto sul traguardo in parata l’indiscusso protagonista di giornata, il compagno di squadra olandese Frank van den Broek con il belga Wout Van Aert (Visma Lease a Bike) che è giunto regolando il gruppo dei migliori, forte di una cinquantina d’unità, giunto con un ritardo di soli 5”. Bardet, due volte sul podio al Tour, 2° nel 2016 e 3° nel 2018, ha così conquistato, nella sua ultima apparizione alla Grande Boucle, la sua prima maglia gialla.
Sul Valico dei tre faggi, prima salita di giornata, prendeva corpo una fuga di otto corridori: lo sloveno Matej Mohorič (Bahrain Victorious), i francesi Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Sandy Dujardin (TotalEnergies) e Clément Champoussin (Arkéa B&B Hotels), lo spagnolo Ion Izagirre (Cofidis), il campione del Sud Africa Ryan Gibbons (Lidl-Trek), il norvegese Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility) e l’olandese Frank van den Broek. Gli attaccanti guadagnavano un margine di quattro minuti mentre, in coda, aveva inizio il calvario di Mark Cavendish (Astana Qazaqstan). Il velocista dell’Isola di Man, staccatosi sulle prime rampe, veniva trainato da quattro compagni di squadra per assicurare il suo arrivo al traguardo entro il limite del tempo massimo.
La gara entrava nel vivo dopo il traguardo volante di Santa Sofia, posto dopo 87 chilometri e vinto da Dujardin. Sul successivo Passo del Carnaio era proprio il transalpino a cedere insieme al connazionale Champoussin. Davanti restavano in sei. Sull’ascesa del Barbotto, la più dura di giornata, perdeva contatto anche Izagirre mentre cominciava la reazione del gruppo sotto l’impulso della UAE Team Emirates di Pogacar. In coda, il gruppo Cavendish raccattava per strada un altro velocista, l’olandese Fabio Jakobsen (Team DSM Firmenich), andato anche lui alla deriva. Con il margine degli attaccanti ormai sceso sotto i due minuti, a metà salita al Colle San Leo partiva a sorpresa Bardet che recuperava rapidamente sui resti dei battistrada tra i quali avevano perso contatto Gibbons e Mohoric, lasciando soli in avanscoperta Madouas, Abrahamsen e van den Broek. Quest’ultimo, avvertito dell’arrivo del capitano, si fermava ad attenderlo. Ricongiuntosi, il duo DSM iniziava un’esaltante versione sui generis del Trofeo Baracchi, la storica corsa a cronometro a coppie che tradizionalmente chiudeva la stagione ciclistica. A inizio dell’arrampicata di Montemaggio, penultima di giornata, Bardet e van den Broek raggiungevano e superavano Madouas e Abrahamsen, restando soli al comando.
Il tandem DSM passava a San Marino, ultima asperità di giornata, con un vantaggio di 1’30” sul plotone. Se la successiva discesa vedeva i due perdere pochissimo, i guai cominciavano ai meno 10 dal traguardo, superati con un margine di 50”, in coincidenza con l’inizio del tratto pianeggiante conclusivo. A 4.000 metri dall’arrivo restavano solo 22”. Sembrava che il destino del coraggioso duo fosse segnato ma una lunga tirata dell’eroico van den Broek, aiutato anche dalla presenza di una rotonda e due curve che rompevano il ritmo del gruppo, permetteva di conservare 14” sotto lo striscione dell’ultimo chilometro. Alla fine, di secondi ne restavano solo cinque ma bastavano ampiamente.
Domani andrà in scena una tappa attesissima. Da Cesenatico, in onore di Marco Pantani, si punterà prima a nord verso Ravenna per poi virare a sud ovest in direzione di Faenza. Superata la città della ceramica si entrerà nella fase calda, costellata da una raffica di piccole asperità. Nell’ordine, verranno affrontate le salite di Monticino, Gallisterna, teatro dall’azione vincente di Julian Alaphilippe al mondiale 2020, Botteghino di Zocca e Montecalvo. Giunti a Bologna, i corridori percorreranno due volte un circuito di 18,5 chilometri comprendente la temibile scalata al Santuario di San Luca prima della conclusione in via Indipendenza dopo 200 chilometri.
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