Tour de France 2023: vince Pedersen, abbandona Cavendish
Il danese Mads Pedersen (Lidl Trek) ha vinto in volata la ottava tappa del 110° Tour de France, da Libourne a Limoges di 201 chilometri. Il campione del mondo di Harrogate 2019, già vincitore due mesi fa della frazione del Giro d’Italia che si concludeva a Napoli, ha preceduto i belgi Jasper Philipsen (Alpecin Deceuninck) e Wout Van Aert (Jumbo Visma) al termine d’uno lunghissimo sprint su un rettilineo in leggera ascesa. La classifica generale è rimasta invariata con il campione uscente Jonas Vingegaard (Jumbo Visma) in maglia gialla. Il danese può vantare un margine di 25″ sul suo rivale, lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), con il vincitore del Giro d’Italia 2022, l’australiano Jai Hindley (Bora Hansgrohe), terzo a 1’34”.
La giornata odierna è stata caratterizzata da due episodi: la lunga fuga di tre corridori Anthony Delaplace (Arkea Samsic), Tim Declerq (Soudal Quick Step) e Anthony Turgis (TotalEnegies) e l’abbandono del britannico Mark Cavendish. Il trio andava all’attacco dopo una ventina di chilometri raggiungendo un vantaggio di quattro minuti al termine della prima ora di corsa in cui si registrava la frenetica media di 51,2 kmh. Il margine dei battistrada si stabilizzava a questo punto con la situazione che restava cristallizzata per 80 chilometri. A smuovere le acque era il GPM di quarta categoria della Côte de Champs Romain in prossimità del quale il gruppo produceva una violenta accelerazione che erodeva un minuto. Ai meno 65 dal traguardo aveva luogo quello che nessun avrebbe mai voluto accadesse. In una fase a bassa velocità nel parte posteriore del plotone si generava una caduta a effetto domino. A riportare la peggio era Mark Cavendish (Astana Qazaqstan). Il campione dell’Isola di Man si toccava subito la spalla sinistra. Dopo qualche minuto, preso atto dell’impossibilità di proseguire, saliva mestamente in macchina salutando per l’ultima volta il Tour de France e il sogno del record assoluto di vittorie di tappa.
Intanto, principalmente sotto l’azione della Lidl, il vantaggio del trio al comando continuava ad assottigliarsi in modo lento ma inesorabile. Ai meno 25 dall’arrivo il margine era sceso a 1’40”. Quando mancavano 15 chilometri, in prossimità dell’ultimo GPM, la Côte de Masmont, Turgis partiva in solitaria. Veniva ripreso ai meno nove. Seguiva la ormai consueta fase di bagarre con le squadre degli uomini di classifica, desiderose di portare i capitani sani e salvi alla neutralizzazione, che sgomitavano con i treni di quelle concentrate sull’imminente volata. A sorpresa, Mathieu van der Poel (Alpecin Deceuninck) decideva di non disputare la volata, rinunciando al sogno di vincere nella città che aveva dato i natali a suo nonno, Raymond Poulidor. Il campione olandese, quindi, si metteva al servizio di Philipsen, a caccia del poker personale. Nulla poteva, però, il fiammingo contro il perentorio scatto di Pedersen che, pur partendo molto lungo, teneva botta fino alla fine, conquistando così la sua seconda vittoria in carriera al Tour de France.
Domani andrà in scena l’attesissima nona frazione da Saint Leonard de Noblat al Puy de Dôme, la vetta simbolo del Massiccio Centrale da cui il Tour mancava da 35 anni. Saranno 3.500 i metri di dislivello disseminati lungo i 183 chilometri di gara. Nelle terre che furono teatro dei feroci scontri tra Cesare e Vercingetorige molto probabilmente si assisterà alla classica gara doppia con un gruppetto di fuggitivi che cercheranno di scippare la vittoria ai big che, invece, aspetteranno l’erta conclusiva per giocarsi secondi pesanti nell’economia della classifica finale della corsa.