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Tour de France 2023, più farfalla che ricciolo

Di Simone Gambino
Pubblicato il 30 Giu. 2023 alle 19:05 Aggiornato il 30 Giu. 2023 alle 19:06

Quello che balza all’occhio, guardando il percorso del 110° Tour de France, che muoverà domani da Bilbao, è il disegno della corsa. Infatti, escludendo l’apoteosi finale a Parigi sui Campi Elisi domenica 23 luglio, al termine dei 3.404 chilometri previsti, il tragitto ha le sembianze d’una farfalla, attraversando da est a ovest la Francia con l’esclusione tanto del nord quanto del Midì. Anziché la Grande Boucle, forse sarebbe meglio definire questo edizione le Papillon, in omaggio al cravattino reso famoso in Italia dal sommo cronista politico della prima repubblica, Vittorio Orefice.

Le prime due frazioni in terra basca muoveranno subito la classifica, alimentando le speranze di vestire la maglia gialla degli specialisti delle classiche. In particolare, l’arrivo della seconda a San Sebastian non sarà altro che un assaggio della principale corsa spagnola in programma il 29 luglio, il sabato successivo alla conclusione del Tour. Il terzo giorno la gara rientrerà in Francia con un arrivo per velocisti a Bayonne cui farà seguito un analogo epilogo a Nogarò. A questo punto, molto prima del solito, ci saranno le due tappe pirenaiche, impegnative ma oggettivamente meno dure del solito con il Tourmalet piazzato a quasi 50 chilometri dal traguardo. Si commemorerà Luis Ocana, nel cinquantenario del suo trionfo giallo, con la partenza da Mont de Marsan, patria d’elezione del campione franco-spagnolo, in una frazione che terminerà, presumibilmente in volata a Bordeaux. Dovrebbe, invece, essere scoppiettante il finale di Limoges 24 ore dopo in cui Mathieu van der Poel proverà a onorare la memoria del nonno materno, Raymond Poulidor, vincendo nella sua terra natia. Domenica 9 luglio, dopo 35 anni, il Tour ritroverà un traguardo iconico. I corridori pedaleranno 184 chilometri da Saint Leonard de Noblat per arrivare in cima al Puy de Dome, la vetta simbolo del Massiccio Centrale. Nelle terre che furono teatro delle battaglie tra Giulio Cesare e Vercingetorige si comincerà ad avere una prima idea sui nomi dei contendenti al successo finale.

Dopo il primo riposo, si riprenderà martedì 11 luglio dal parco divertimenti di Vulcania alla volta di Issoire per una frazione potenzialmente ostica tra i continui saliscendi dell’Alvernia. Il giorno seguente, muovendo da a Clermont Ferrand, si punterà a settentrione verso Moulins, meta destinata alle ruote veloci. Giovedì 13 luglio, come antipasto all’anniversario della presa della Bastiglia, si pedalerà verso ovest sulla strada che porterà i corridori da Roanne a Belleville-en–Beaujolais. La festa nazionale francese verrà celebrata in modo appropriato con il terzo traguardo in salita ai 1.500 metri de La Grande Colombiere sul Massiccio del Giura. Seguirà l’arrivo a Morzine Les Portes du Soleil al termine d’una giornata leggermente più morbida che farà da preludio al primo dei due tapponi alpini. Domenica 16 luglio si partirà da Les Gets Les Portes du Soleil per giungere, dopo 179 chilometri e 4.000 metri di dislivello, a Saint-Gervais ai piedi del Monte Bianco.

All’indomani del secondo riposo, si disputerà la sedicesima tappa, l’unica a cronometro di questa edizione. Saranno 22 chilometri di leggeri saliscendi da Passy a Combloux che non produrranno distacchi significativi. Mercoledì 19 luglio andrà in scena il secondo tappone alpino con il durissimo Col de la Loze, Souvenir Henri Desgrange di quest’anno a quota 2.304, a soli 6.500 metri dal traguardo di Courchevel. A questo punto, la corsa punterà a settentrione con due frazioni che non dovrebbero incidere sulla classifica. L’arrivo a Bourg en Bresse premierà chi avrà energie residue per tentare la sorte mentre, il giorno seguente a Poligny, i velocisti rimasti in corsa si giocheranno il successo di giornata. Sabato 22 luglio il tappone alsaziano sui Vosgi ufficializzerà il nome del vincitore del Tour de France 2023. Saranno soltanto 133 i chilometri, ma di saliscendi continui, quelli che porteranno la carovana gialla da Belfort al traguardo di Le Markstein Fellering. Non ci sarà la Planche des Belles Filles ma tornerà, prima delle cinque salite di giornata, il Ballon d’Alsace, dove, nel 1969, Eddy Merckx conquistò la sua prima vittoria al Tour. Poi, tutti in treno verso Parigi e l’apoteosi al tramonto all’ombra dell’Arco di Trionfo.

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