Tour de France 2023: l’inappellabile giudizio del Souvenir Henry Desgrange
L’austriaco Felix Gall (AG2R Citroen) ha vinto la la diciasettesima tappa del 110° Tour de France, la frazione regina dell’edizione di quest’anno, consistente in una cavalcata alpina di 166 chilometri da Saint-Gervais Mont-Blanc a Courchevel comprendente ben 5400 metri di dislivello. Il venticinquenne asburgico ha preceduto di 34” sul traguardo, posto al termine d’una rampa al 18% di pendenza, il britannico Adam Yates (Jayco Alula) con il basco Pello Bilbao che ha conquistato la terza moneta a 1’38 precedendo la maglia gialla, il danese Jonas Vingegaard (Jumbo Visma), giunto quarto a 1’52”. Lo scandinavo, grazie al risultato odierno, può celebrare la conquista del suo secondo Tour consecutivo. In classifica, infatti, può vantare il rassicurante margine di 7’35” sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), andato oggi alla deriva, con il compagno di squadra di quest’ultimo, il britannico Adam Yates (UAE Team Emirates) che ha conservato il terzo posto in graduatoria, seppur distantissimo a 10’45” dal capo classifica.
La frazione odierna, caratterizzata nella prima fase dalla lotta per la maglia a pois, ha avuto inizialmente nella veste di grande protagonista l’abruzzese Giulio Ciccone (Lidl Trek) che ha fatto bottino pieno transitando in testa in vetta alle prime tre asperità di giornata il Col des Saisies, il Cormet de Roselens e la Côte de Longefoy. Con i 25 punti guadagnati il teatino, salito a quota 88 in graduatoria, ha messo una serie ipoteca sulla vittoria finale nella classifica degli scalatori.
La Grande Boucle 2023 si decideva sull’attesissimo Col de la Loze, la salita più dura, più lunga e più alta della Grande Boucle di quest’anno che, con i suoi 2.304 metri d’altitudine, assegnava il Souvenir Henri Desgrange, l’equivalente della Cima Coppi al Giro d’Italia. Come d’abitudine, si partiva con una doppia corsa parallela. Davanti AG2R e Jayco, non a caso le squadre dei primi due al traguardo, si alternavano nello scandire il ritmo; dietro la Ineos Grenadiers cercava di ricucire la corsa temendo per la posizione del suo capitano Carlos Rodriguez, divenuta precaria per la presenza tra i battistrada di Bilbao e Simon Yates che lo insidiavano in graduatoria.
Questo equilibrio, che aveva visto il margine tra i due plotoni restare cristallizzato per 20 chilometri a due minuti e mezzo, veniva sconvolto a sette dalla vetta, nonché 13 dal traguardo. Era questo il momento in cui Tadej Pogacar si staccava, cedendo di schianto. Cominciava un autentico calvario per il campione di Komenda che veniva preso in cura e portato al traguardo dal fedele scudiero spagnolo Marc Soler (UAE Team Emirates). Notata la crisi del rivale, Vingegaard saliva in cattedra. Sotto la azione di Sepp Kuss (Jumbo Visma), il plotone dei migliori si sgretolava. Il re pescatore, poi, partiva in solitario, trovando ad attenderlo lungo la salita i fidi scudieri Tiesj Benoot e Wilco Kelderman, astutamente inseriti nella fuga di giornata, pronti a trainarlo per dargli respiro. Solo una combinazione d’un auto e moto bloccate su un tornante si frapponevano alla rimonta incontenibile del vichingo. Davanti, intanto, Gall e Simon Yates facevano il vuoto, procedendo, distanziati tra loro una ventina di secondi, verso la vetta del Col de la Loze dove l’austriaco transitava per primo in beata solitudine conquistando i 40 punti che ancora gli consentono di sperare di poter scippare a Ciccone la maglia a pois sui Campi Elisi. Non cambiava la situazione nella discesa seguente e sulla lunga rampa finale con i corridori stremati che arrivavano in ordine sparso all’arrivo.
Domani sarà la volta della diciottesima tappa. I corridori pedaleranno per 185 chilometri da Moûtiers a Bourg-en-Bresse. Due GPM di quarta categoria produrranno un dislivello di 1.000 metri che non dovrebbe, però, evitare la volata di gruppo. Non so perché mi aspetto una frazione soporifera.