Lo spagnolo Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) ha vinto la quattordicesima tappa del 110° Tour de France lungo 152 chilometri, infarciti da 4.200 metri di dislivello, da Annemasse a Morzine les Portes du Soleil. Il ventiduenne andaluso ha sfruttato al meglio a suo favore la rivalità tra i diarchi della Grande Boucle, da lui anticipati di cinque secondi sul traguardo. Alla resa dei conti, questa tappa tanto spettacolare ha provocato un mutamento minimo in classifica generale con il danese Jonas Vingegaard (Jumbo Visma) che, grazie agli abbuoni distribuiti sull’ultima salita e all’arrivo, ha guadagnato un secondo sul suo rivale, lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ora staccato di 10” in graduatoria. Al terzo posto è salito il vincitore di giornata, ora distante 4’43” dal vertice della classifica, con l’australiano Jai Hindley (Bora Hansgrohe) quarto ad un solo secondo e il britannico Adam Yates (UAE Team Emirates) quinto a 5’20”.
Una frazione già esplosiva sulla carta aveva un inizio decisamente travagliato con una maxicaduta in partenza che provocava la neutralizzazione della corsa, costringendo al ritiro diversi corridori coinvolti nel capitombolo tra i quali lo spagnolo Antonio Pedrero (Team Movistar), il colombiano Esteban Chaves (EF Education EasyPost), il sudafricano Louis Meintjes (Intermarché Circus Wanty), il britannico James Shaw (EF Education Easypost) e, soprattutto, il francese Romain Bardet (Team DSM), dodicesimo in classifica generale. Jumbo e UAE mettevano in chiaro che lo spazio per le fughe sarebbe stato estremamente limitato. In questo contesto di libertà vigilata si distingueva Giulio Ciccone (Lidl Trek) che passando primo su due dei tre GPM di prima categoria, il Col de Coue il Col de Feu, si rifaceva sotto nella classifica per la maglia a pois salendo in seconda posizione con 42 punti alle spalle dello statunitense Neilson Powless (EF Education EasyPost) al comando a quota 54. L’abruzzese tentava poi d’andare a conquistare anche il Col de la Ramaz, la cui cima era posta a 50 chilometri dal traguardo. L’ora d’aria, però, era terminata con la Jumbo Visma che si schierava in testa, prendendo il comando delle operazioni. Su questa asperità, però, non era la salita bensì la discesa a fare selezione, grazie al ritmo impresso dal treno giallo nero, in particolare modo dal belga Wout Van Aert.
Ai meno 25 dall’arrivo iniziava l’ultima asperità di giornata: il Col de Joux Plane. Si assisteva, a inizio salita, a un rovesciamento dei ruoli con il polacco Rafal Majka (UAE Team Emirates) che si piazzava in testa a scandire il passo. Dopo un attimo di smarrimento, i vesponi riprendevano il controllo con l’inesauribile Van Aert che poi lasciava strada allo statunitense Sepp Kuss. Il passaggio al comando di Adam Yates, a quattro chilometri dal GPM, segnava l’inizio delle ostilità. Scattava Pogacar ma Vingegaard non crollava, rimanendo staccato di pochi secondi per due chilometri prima di rientrare. Lo sloveno, a questo punto attuava un estemporaneo surplace, che consentiva il riavvicinamento di Rodriguez, originariamente staccato di due minuti. Pogacar tentava un nuovo scatto a 500 metri dal GPM ma veniva ostacolato dalle moto dell’organizzazione. Di questo incidente sapeva trarre vantaggio Vingegaard che andava a prendersi l’abbuono in vetta, guadagnando così tre preziosi secondi sul rivale. Una nuova fase di controllo tra i diarchi consentiva il rientro di Rodriguez e Yates con lo spagnolo che tirava dritto verso il traguardo. Pogacar tentava invano di chiudere il buco ma alla fine doveva accontentarsi della piazza d’onore con il conseguente recupero sul rivale di due dei tre secondi persi in vetta al Col de Joux Plane.
Domani le ostilità proseguiranno nella quindicesima tappa da Les Gets Les Portes du Soleil fino a Saint-Gervais Mont-Blanc, lungo 179 chilometri che non concederanno tregua. Dopo un avvio non eccessivamente impegnativo, i corridori affronteranno dopo 75 chilometri il Col de la Forclaz de Montmin, GPM di prima categoria. A questa prima ascesa faranno seguito, in rapida successione, il Col de la Croix Fry ed il Col de Aravis. L’abbordabile Cote de Amerands farà da preludio alla salita che porterà al traguardo. Sarà un altro giorno di sciabolate, che non necessariamente provocheranno risultati tangibili.