L’australiano Michael Matthews (BikeExchange Jayco) ha vinto in modo enfatico la quattordicesima tappa del 109° Tour de France che portava la da Saint – Etienne fino a Mende, nel cuore del Massiccio Centrale, attraverso 193 chilometri continuamente ondulati. Il campione mondiale under 23 2010 ha preceduto, al termine di un appassionante duello, il toscano Alberto Bettiol (EF Easy Post), staccato di 15”, con il francese Thibaut Pinot (Groupama FDJ) terzo a 32”. Il prolungato attacco portato dallo sloveno Tadej Pogacar alla maglia gialla Jonas Vingegaard (Jumbo Visma) sulla salita conclusiva della Cote de la Croix Neuve, la cui conclusione distava solo 1.500 metri dallo striscione d’arrivo, non ha causato cambiamenti nella distanza in graduatoria tra i due, con tutti gli altri contendenti al successo finale che sono rimasti, però, staccati. Il danese, pertanto, guida la classifica generale sempre con 2’22” sullo sloveno mentre il terzo in classifica, il gallese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) è ora distanziato 2’43”.
La fuga di giornata, in edizione maxi, si materializzava al termine della prima ora di corsa. A comporla, erano i seguenti 23 corridori: Michael Matthews (BikeExchange Jayco), Luis Leon Sanchez (Bahrain Victorious), Andreas Kron (Lotto Soudal), Stefan Kung e Thibaut Pinot (Groupama FDJ), Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen), Franck Bonnamour (B&B Hotels KTM), Marc Soler (Team UAE Emirates), Gregor Muhlberger (Team Movistar), Daniel Martinez (Ineos Grenadiers), Louis Meintjes (Intermarché Wanty Gobert), Bauke Mollema e Quinn Simmons (Trek Segafredo), Jakob Fuglsang, Michael Woods e Krists Neilands (Israel Premier Tech), Patrick Konrad, Felix Grossschartner e Lennard Kamna (Bora Hansgrohe), Rigoberto Uran, Alberto Bettiol e Neilson Powless (EF Easy Post) e Simon Geschke (Cofidis). Nel disinteresse completo del gruppo gli attaccanti guadagnavano subito una decina di minuti, consentendo così a Mentjes, partito da Saint Etienne con 13 minuti di ritardo da Vingegaard, di risalire al settimo posto in classifica generale.
A 45 chilometri dall’arrivo partiva, in quello che sembrava un tentativo folle, Matthews. La sua azione frantumava il gruppo di testa. Dopo una decina di chilometri, l’australiano veniva raggiunto da un trio composto dall’austriaco Grossschartner, dal danese Kroon e dal veterano spagnolo Sanchez in compagnia dei quali viaggiava, con un vantaggio oscillante tra i 30” e 45” sugli ex compagni di fuga, fino ai meno quindici. Una foratura di Kroon e l’approssimarsi dell’erta finale, la temutissima Cote de la Croix Neuve, sembrava preludere ad un ricompattamento in testa alla corsa. Per scongiurare questo evento, Matthews scattava nuovamente all’inizio dell’ascesa conclusiva quando mancavano solo 5.000 metri all’arrivo. Cedevano di schianto Grossschartner e Sanchez ma da dietro rinveniva, con una azione prorompente, Bettiol. Il vincitore del Giro delle Fiandre 2019 agguantava il campione di Canberra sotto lo striscione dei tre chilometri al traguardo. Non pago di ciò, il corridore di Castelfiorentino tentava, poi, d’andare via in solitario. L’australiano, dapprima, cedeva una decina di metri ma poi, quasi miracolosamente, ribaltava la situazione nei cinquecento metri finali di salita, staccando Bettiol in modo definitivo e presentandosi così in solitudine sul rettilineo finale alla conquista del suo quarto successo parziale alla Grande Boucle.
Domani andrà in scena la quindicesima tappa che precederà il terzo ed ultimo giorno di riposo in programma lunedì. Con i Pirenei sempre più vicini, si pedalerà per 202 chilometri da Rodez verso la splendida Carcassone, città dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco con la sua imponente doppia cinta muraria. Un anno fa, proprio qui nell’epicentro dell’eresia catara Mark Cavendish (Quick Step Alpha Vinyl) centrò la sua 34ª vittoria di tappa, eguagliando così Eddy Merckx in cima a questa prestigiosissima classifica. Il percorso nervoso di domani, caratterizzato da continui saliscendi come nelle ultime due frazioni, induce a pensare che difficilmente ci sarà un analogo arrivo in volata. Quindi, sotto a chi tocca con un’altra spettacolare fuga.