Basta abbracci alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e via le mascherine solo nei momenti previsti: il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) richiama così gli atleti internazionali, ricordando che “non sono esenti dal sottostare alle rigide regole anti-Covid in vigore ai Giochi”.
L’ammonimento del Cio segue diverse premiazioni in cui i vincitori olimpici erano stati visti soffermarsi vicino al podio senza mascherina e scambiarsi abbracci. Le regole stabilite ai Giochi di Tokyo prevedono invece il rispetto del distanziamento e consentono agli atleti di togliersi i dispositivi di protezione individuale soltanto per 30 secondi durante la premiazione.
“Invitiamo tutti a seguire le regole”, ha detto oggi alla stampa il portavoce del Comitato Olimpico Internazionale, Mark Adams. “È importante, sia per lo sport che per tutti i soggetti coinvolti e, naturalmente, per i nostri partner e amici giapponesi in particolare”.
Ad oggi sono stati segnalati almeno 123 casi di contagio da Covid-19 correlati alle Olimpiadi in corso a Tokyo e diversi atleti sono in quarantena o addirittura hanno dovuto ritirarsi dalle competizioni all’ultimo minuto a causa dell’infezione, tra cui la tennista americana Coco Gauff e il numero uno al mondo del Golf, lo spagnolo Jon Rahm.
“Ogni qualvolta vediamo qualcuno senza mascherina, e succede un po’ ovunque, è nostro dovere, di tutti noi, ricordare l’importanza di indossarla”, aveva ribadito ieri alla stampa il direttore esecutivo dei Giochi per il Cio, Christophe Dubi. “Nella maggior parte dei casi, le persone semplicemente se lo dimenticano”.
“Sono d’accordo con le parole di Dubi”, ha aggiunto oggi Adams. “È comprensibile, siamo tutti qui, c’è molta eccitazione e naturalmente quando si vince una medaglia siamo felici per gli atleti, ma, sfortunatamente, abbiamo dovuto rendere più rigide le regole”.
Il portavoce del Comitato Olimpico Internazionale ha comunque ribadito che l’appello al rispetto del distanziamento e all’uso della mascherina non è rivolto “solo agli atleti ma a tutti”. “È davvero nel nostro interesse e nell’interesse di tutti e perché i Giochi siano sicuri e protetti”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it