Oro, argento e bronzo! Una nottata piena di medaglie per l’Italia alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Lo abbiamo aspettato per un po’, ma finalmente ecco il secondo oro azzurro. A conquistarlo sono state la varesina Federica Cesarini e la cremonese Valentina Rodini nel canottaggio, categoria doppio pesi leggeri, grazie ad un finale non adatto ai deboli di cuore. Le azzurre infatti hanno ottenuto il gradino più alto del podio grazie ad uno splendido sprint finale: Francia battuta all’ultima palata di soli 24 centesimi, terza l’Olanda a 27. Si tratta della prima medaglia di sempre del canottaggio femminile per l’Italia.
Una gara tiratissima ed equilibrata, come da pronostico, con le azzurre che addirittura ai 1750 metri sembravano fuori dal podio. Poi, come detto, grazie ad un grande sprint hanno battuto tutta la concorrenza negli ultimi cento metri, conquistando uno storico oro. Sempre dal canottaggio è arrivata nella notte italiana una seconda medaglia, questa volta di bronzo. A conquistarla sono Stefano Oppo e Pietro Willy Ruta nel doppio pesi leggeri. A vincere è l’Irlanda, oro olimpico in 6:06.43, seconda la Germania (6:07.29). I due azzurri hanno tagliato il traguardo a +7.87 dagli irlandesi.
È un argento, ma vale quanto un oro quello ottenuto da Gregorio Paltrinieri negli 800 stile libero. Il campione azzurro, oro a Rio 2016 nei 1500 sl, ha dato il massimo e ha ottenuto un successo forse insperato, vista la sua condizione fisica non ottimale a causa della mononucleosi contratta nei mesi scorsi. Greg ha quindi deciso di spingere subito sull’acceleratore ottenendo un grande vantaggio sugli avversari. Un bottino che si è rivelato utile quando poi gli altri nuotatori sono tornati all’arrembaggio nelle ultime vasche. Paltrinieri è stato bravo a resistere fino all’ultimo chiudendo al secondo posto, a +0.24 dallo statunitense Robert Finke (7:41.87). Terzo l’ucraino Mykhailo Romanchuk (+0.46).
“Parlare di miracolo è poco, neanche io avrei scommesso su me stesso”, ha dichiarato l’azzurro. “Oggi ero un’altra persona rispetto alla batteria, con un’altra mentalità, un’altra cattiveria e voglia di gareggiare. Me la sono vissuta al meglio. Ieri sera un mio grande amico mi ha detto che queste grandi finali non si affrontano con la testa ma con il cuore, è l’unico modo per uscire soddisfatto. Io forse ero caduto troppe volte nella mia vita nell’errore di voler programmare tutto. Avevo messo troppa testa, troppi pensieri confusi, ma queste finali si vincono col cuore. Gli altri potranno star meglio di me fisicamente e preparare meglio la gara tatticamente, ma il cuore che ci metto io è troppo”.
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