Sta facendo discutere la decisione annunciata lo scorso 24 agosto di vietare la tuta da “Black Panther” di Serena Williams al prossimo Roland Garros.
La tuta che fa discutere è un completo nero e aderente da Catwoman, che la campionessa di tennis ha indossato a maggio quando era entrata in campo a Parigi.
La campionessa ha spiegato che quella tuta aveva anche una funzione specifica: quella di aiutarla con la circolazione, per evitare i coaguli di sangue che le avevano fatto rischiare la vita dopo la sua recente gravidanza.
Anche se la tuta era stata ideata per ragioni mediche, Serena Williams ha detto di amarla anche per la sua somiglianza al costume da supereroe del film Black Panther, dicendo che indossarla aveva il merito di farla sentire una “principessa guerriera”.
Ora però sembra che Williams non potrà più indossare quella tuta, perlomeno ai French Open.
Il presidente della Federazione francese di tennis (FTF), Bernard Giudicelli, ha detto infatti che il torneo sta introducendo un nuovo codice di abbigliamento per i tennisti perché “qualche volta siamo andati troppo in là”.
“L’abbigliamento di Serena quest’anno non sarà più accettato, bisogna rispettare il gioco e il posto. Tutti vogliono godersi lo spettacolo”, ha affermato Giudicelli in un’intervista a Tennis Magazine.
La decisione, tuttavia, è stata criticata da alcune personalità sportive e non solo.
L’ex vincitore degli Us Open Andy Roddick, ha condannato la scelta, sottolineando che è “così stupido e miope che fa male”.
This is so dumb and shortsighted it hurts. Sometimes it’d be nice if the sport got out of its own way. https://t.co/As85ymSiFK
— andyroddick (@andyroddick) 25 agosto 2018
Anche la Nike ha ironizzato, scrivendo che “puoi togliere alla super-eroina il suo costume ma non potrai mai toglierle i suoi super-poteri”.
You can take the superhero out of her costume, but you can never take away her superpowers. #justdoit pic.twitter.com/dDB6D9nzaD
— Nike (@Nike) 25 agosto 2018
L’attivista per i diritti delle donne e campionessa di tennis, Billy Jean King – al centro del recente film La battaglia dei sessi, con Emma Stone e Steve Carell – ha criticato ciò che ha definito “la sorveglianza sui corpi delle donne”.
“Il rispetto di cui si ha bisogno è quello per il talento eccezionale che Serena Williams porta nel gioco. Criticare ciò che indossa per lavorare è dove risiede la vera mancanza di rispetto”.
The policing of women’s bodies must end. The “respect” that’s needed is for the exceptional talent @serenawilliams brings to the game. Criticizing what she wears to work is where the true disrespect lies. https://t.co/ioyP9VTCxM
— Billie Jean King (@BillieJeanKing) 25 agosto 2018
Sull’argomento è intervenuta anche una figura del tutto inaspettata: l’ex presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, che ha twittato: “Perché French Open non rispetta Serena Williams? Sfortunatamente alcune persone in tutti i paesi, incluso il mio paese, non hanno capito il vero significato della libertà”.
In Iran Ahmadinejad aveva riformato ma non abolito l’hijab, il velo femminile.
Why is the #FrenchOpen disrespecting @serenawilliams ? Unfortunately some people in all Countries including my Country, haven’t realized the true meaning of freedom.
— Mahmoud Ahmadinejad (@Ahmadinejad1956) 27 agosto 2018
Sabato 25 agosto in una conferenza stampa Williams ha respinto la polemica, affermando di essere fiduciosa che l’FTF avrebbe fatto un’eccezione per i giocatori che violano il suo nuovo codice di abbigliamento per ragioni mediche.
Il caso, però, potrebbe avere un precedente. Nel 1985 la tennista Anne White indossò una tuta attillata e bianca. In quel caso, però, fu la sua avversaria Pam Shriver a lamentarsi, dicendo che l’abbigliamento eccentrico di White l’aveva fatta distrarre a tal punto da farle perdere la partita.
Qui il video della conferenza stampa di Serena Williams: