Rossella Fiamingo sta dalla parte di Imane Khelif. “È una donna e se è stata autorizzata, evidentemente, può gareggiare. A non essere giusto è il trattamento che ha subito”, osserva la schermitrice azzurra in un’intervista al quotidiano La Repubblica.
“Tutti gli atleti conoscono i controlli a cui siamo sottoposti prima di una qualsiasi gara. Ancora di più alle Olimpiadi”, fa notare Fiamingo, che ai Giochi in corso a Parigi ha conquistato l’oro nella spada a squadre.
La schermitrice catanese prende dunque le difese della pugile algerina, accusata da più parti di essere inadatta a gareggiare con altre atlete donna.
Khelif è approdata alla finale per l’oro nei pesi welter donna tra le polemiche, divampate in particolare dopo il match degli ottavi, che l’ha vista eliminare l’italiana Angela Carini.
Il Governo italiano – a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni – si è schierato contro la pugile algerina. Fiamingo, invece, le è solidale: “L’hanno chiamata trans, accusata di barare quando lei non ha fatto niente di male”, dice. “Ha soltanto gareggiato e vinto rispettando le regole. Spero che questi Giochi finiscano bene, per Imane”.
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