“La forza e la fragilità, le donne protagoniste a Tokyo. Pellegrini infinita, Biles in tilt”: il quotidiano Repubblica ha sintetizzato così oggi, in prima pagina, le vicende delle campionesse olimpiche che ieri hanno detto addio al medagliere. Da un lato Simone Biles, la stella americana della ginnastica che il pubblico vedeva già circondata di ori, e che ieri ha dichiarato di voler rinunciare alle Olimpiadi di Tokyo perché stanca di avere “il mondo sulle spalle”.
Dall’altro Federica Pellegrini, la nuotatrice italiana che a 33 anni ha guadagnato la finale olimpica dei 200 stile per la quinta volta in una carriera già impreziosita di vittorie, e che in passato non le aveva risparmiato momenti di ansia. Nonostante le difficoltà, la campionessa ha raggiunto l’obiettivo di arrivare alla sua ultima finale olimpica, portando a casa un settimo posto: un’impresa che mostra come, nell’interpretazione del quotidiano, Federica il “peso del mondo” abbia deciso di portarlo addosso. Biles, 24 anni, invece no.
Quella della ginnasta a stelle e strisce appare una debole resa da contrapporre alla storia di successo della campionessa del nuoto italiana. “Devo fare ciò che è meglio per me, dedicarmi alla mia salute mentale, perché voglio stare bene e perché c’è una vita oltre la ginnastica. Sono stanca di avere il mondo sulle spalle”, ha detto Biles senza accampare scuse. Ma per Repubblica la ginnasta, così come la tennista Naomi Osaka, favorita ma uscita agli ottavi, sono “regine depresse, senza più fiamma”.
Le azzurre, da Pellegrini alla giudoka Maria Centracchio, 26 anni e prima medaglia italiana nel sollevamento pesi, “non stanno lì ad indugiare, a pesare dubbi, ad abbrutirsi nell’incertezza”, si legge nel pezzo che descrive le performance delle donne olimpiche – “Olimpiadi, il peso del mondo non è uguale per tutte” – ma arrivano in fondo. Non sono depresse, ma coraggiose e forti. Una lettura che non è passata inosservata e che ha suscitato l’indignazione di moltissimi lettori e di chi nella sincera ammissione di fragilità di Biles ha letto una prova di vero coraggio. “Che schifo”, ha scritto l’esponente di Potere al Popolo, Viola Carofalo, su Instagram. “Adesso la logica della perfomance, del volere è potere, si deve applicare pure alla salute mentale” .
“Il paragone (con tanto di foto e didascalia) è fin troppo chiaro: c’è chi è forte e vincente e chi è un perdente, perché non abbastanza sano, capace di mantenere il proprio equilibrio sotto stress”. Anche utenti meno noti hanno commentato la scelta editoriale di Repubblica. “Il paragone forzato della stampa italiana mi fa ribrezzo”, ha scritto qualcuno. “Imbecilli”, ha criticato un altro. “Dunque per Repubblica Pellegrini è forte mentre Simon Biles è fragile? Va bene, restano comunque campionesse stratosferiche che nella loro carriera hanno alternato momenti di forza e fragilità”.