Regione Lombardia riapre parzialmente gli stadi e allenta limiti nelle piscine
Dopo l’Emilia Romagna, anche la Lombardia riapre gli impianti sportivi, ma con il limite fissato a mille spettatori all’aperto e 700 al chiuso. Con decorrenza da oggi, in concomitanza con l’inizio del campionato di calcio, è in vigore l’ordinanza firmata dal Presidente Attilio Fontana, che avrà validità fino al 15 ottobre.
Il provvedimento prevede l’obbligo di rilevare la temperatura corporea sia per il personale che per il pubblico, impedendo l’accesso in caso di temperatura superiore a 37,5°; il personale preposto dovrà vigilare sull’uso della mascherina, obbligatorio all’aperto e al chiuso, e dovrà garantire il distanziamento. “Al fine di evitare assembramenti – si legge nel documento – non è consentita l’attività dei bar, dei punti di ristoro e dei distributori automatici di alimenti e bevande. L’eventuale distribuzione di bevande e snack potrà avvenire mediante addetti che circolano nelle tribune, senza che il pubblico debba lasciare il posto assegnato”.
Il provvedimento fa seguito all’adozione di limiti più flessibili per le piscine, stabilito con l’ordinanza dello scorso 10 settembre. La densità di affollamento in vasca è sempre calcolata con un indice di 7 metri quadrati di superficie di acqua a persona per le vasche (anche per sezioni) dove dimensioni, allestimento e regolamento dell’impianto consentono l’attività natatoria, ma dove non è consentita l’attività natatoria l’indice scende a 4 metri quadrati di superficie di acqua a persona. Per attività motorie organizzate in acqua come ad esempio acquagym ed acquabike il parametro da seguire è di 2 metri di distanza a persona.
Tale provvedimento è stato accolto con soddisfazione da A.R.I.S.A., l’Associazione regionale imprese dello sport, che durante il mese di agosto aveva paventato il rischio di chiusura per le strutture, schiacciate dagli elevati costi delle procedure di sanificazione ed igienizzazione. “Le novità dell’ordinanza regionale sono un primo passo importante per evitare chiusure di impianti – dichiara il consigliere Angelo Gnerre – ora bisogna approfondire il confronto con le istituzioni, Comitato Tecnico Scientifico e Regione, anche attraverso ricerche e progetti pilota, per arrivare a nuovi parametri. La consolidata ‘letteratura’ mondiale sulla sicurezza dell’attività fisica e sportiva in piscina, vista la presenza costante di cloro attivo libero, ci consente, infatti, di guardare avanti”.
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