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“Così provammo a truccare Perugia-Juventus”: la rivelazione choc di Alessandro Melli sulla partita-scudetto del 2000

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 31 Lug. 2024 alle 11:45

Nella famosa partita Perugia-Juventus 1-0 del 14 maggio 2000 – match che di fatto consegnò lo scudetto alla Lazio – alcuni calciatori del Perugia proposero agli juventini un accordo per pareggiare, ma i bianconeri rifiutarono. Lo rivela oggi, a oltre ventiquattro anni di distanza, Alessandro Melli, che all’epoca militava nella squadra umbra.

Quella partita è entrata negli annali del calcio italiano. Era l’ultima giornata del campionato di Serie A: la Juventus era prima in classifica con solo due punti di vantaggio sulla Lazio. In caso di classifica finale a pari punti, si sarebbe andati allo spareggio.

I capitolini vinsero comodamente in casa 3-0 contro la Reggina, mentre sul campo di Perugia la partita rimase sospesa per oltre 70 minuti – sul punteggio di 0-0 – a causa di una pioggia incessante. Se gli juventini avessero vinto si sarebbero aggiudicati lo scudetto, in caso di pareggio si sarebbe andati allo spareggio con la Lazio, mentre in caso di sconfitta bianconera il tricolore sarebbe andato ai biancocelesti.

Quando – su decisione dell’arbitro Pierluigi Collina – il gioco riprese, accadde ciò che in pochi avrebbero previsto: il Perugia – che, ormai salvo, non aveva più nulla da chiedere al campionato – andò in vantaggio e vinse la partita. Lo scudetto andò così alla Lazio.

Melli, che oggi ha 54 anni, subentrò al minuto 77 al posto di Nicola Amoruso, quando il punteggio era già di 1-0. Intervistato durante il podcast Non è più domenica, l’ex attaccante rivela quel che accadde dietro le quinte della partita.

“Negli spogliatoi – racconta – provammo a metterci d’accordo con la Juve per pareggiare. Loro sarebbero andati a fare lo spareggio. I giocatori della Juve non accettarono questa proposta, soprattutto Davids, Zidane e Montero. Fu un pour parler di nascosto tra i giocatori più importanti”.

L’ex calciatore spiega così il perché di quella proposta di combine da parte dei perugini: Gaucci era legato alla Lazio e al Banco di Roma, in settimana ci chiese di fare di tutto per vincere e che ci avrebbe dato anche un premio perché voleva che la Lazio vincesse il campionato, per interessi personali. Se avessimo perso ci avrebbe portato in Cina in ritiro”.

“Giocammo una partita irregolare”, rimarca Melli: “Finì come finì per un episodio”.

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