Palio di Siena | Storia | Curiosità | Regole | Regolamento
Il Palio di Siena è una delle corse storiche più famose del mondo. Un evento che si disputa in Piazza del Campo a Siena il 2 luglio (Palio della Madonna di Provenzano) e il 16 agosto (Palio dell’Assunta) di ogni anno.
La Storia | Curiosità
Corsa sentitissima dai senesi che va in scena dal 1633 (anno della prima testimonianza scritta). Durante la prima e la seconda guerra mondiale il Palio però non fu corso. Ma rimase nel cuore dei contradaioli: su una Piazza del Campo tracciata sulla sabbia, in un campo prigionieri della Tunisia, dieci senesi corsero nell’agosto del 1943 il loro Palio, indossando spennacchiere di cartone. A fare da mortaretto una latta di benzina. Vinse il Bruco.
Finita la guerra, nel 1945, insieme alla vita contradaiola, si riprese a correre il Palio con le sue consuete cadenze. La lunga astinenza dal Palio costrinse il Sindaco a farne correre uno straordinario il 20 agosto, passato alla storia come “il Palio della Pace”.
In realtà quel Palio fu alquanto tumultuoso tanto che il drappellone fu strappato in mille pezzi dai contradaioli del Bruco che non riuscì a conquistare la vittoria e il Drago, vincitore, ne fece dipingere uno nuovo.
Regole | Contrade
Nella corsa si affrontano a turno dieci delle diciassette contrade in cui è suddivisa la città di Siena, in modo che nessuna arrivi a saltarne due di fila.
Ciascuna delle diciassette contrade senesi rappresenta una zona circoscritta della città. Ogni contrada ha un’assemblea generale che sceglie i suoi dirigenti, cioè le persone che la rappresentano e l’amministrano pubblicamente.
Queste le 17 contrade:
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AQUILA
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BRUCO
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CHIOCCIOLA
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CIVETTA
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DRAGO
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GIRAFFA
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ISTRICE
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LEOCORNO
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LUPA
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NICCHIO
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OCA
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ONDA
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PANTERA
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SELVA
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TARTUCA
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TORRE
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VALDIMONTONE
Le contrade, come le conosciamo oggi, esistono dal 1729 ma le loro origini risalgono all’anno mille, quando a Siena nacquero delle piccole associazioni che offrivano servizi ai pellegrini diretti a Roma lungo la via Francigena. La lunga storia delle contrade è fatta anche di rivalità e violenze che da secoli trovano sfogo nel Palio.
La “carriera” – l’altro modo in cui viene chiamato – non può essere considerata quindi come una semplice corsa di cavalli: è anche una vera giostra medievale in cui tutto è consentito (anche farsi corrompere) ed è uno scontro fra contrade, vendicativo e violento.
In piazza ogni contrada è rappresentata da un fantino e da un cavallo. Quest’ultimo è considerato il vero rappresentante della contrada, dato che può vincere anche da “scosso”, cioè senza avere in groppa il suo fantino (evento non raro).
I fantini sono pagati migliaia di euro dalle contrade da cui vengono ingaggiati, ma non c’è nessun regolamento che vieti loro di essere “corrotti”, di ricevere altro denaro dai fantini avversari per danneggiare una rivale, nel caso ci siano poche speranze di vittoria, o addirittura – a suo rischio e pericolo – per far perdere la contrada che lo ha ingaggiato.
Fra i compiti dei dirigenti di contrada, la gestione della corsa è uno dei più importanti. Ogni anno ci sono fantini da ingaggiare e strategie da pensare rapidamente in previsione degli avvenimenti.
I cavalli invece vengono assegnati alle contrade casualmente. L’assegnazione avviene pochi giorni prima della corsa e ciò comporta che le contrade debbano decidere in poco tempo che strategia adottare e quindi che fantino ingaggiare.
La corsa
Dopo la sbandierata finale dei figuranti in pista, i cavalli fanno il loro ingresso in piazza e si portano all’altezza del vicolo della Costarella dei Barbieri per la partenza.
A quel punto la persona incaricata di gestire e rendere valida la partenza, il “mossiere”, riceve da un vigile urbano una lettera sigillata in cui è presente l’ordine d’ingresso dei cavalli nei canapi (le due lunghe corde che delimitano la zona di partenza) sorteggiato poco prima.
Oridne d’ingresso che può essere decisivo: la posizione tra i canapi infatti può aumentare o diminuire le probabilità di vittoria. Appena dopo la partenza il “mossiere”, spesso contestato, viene prelevato e portato via dalla piazza per ragioni di sicurezza.
La partenza avviene con un cavallo di rincorsa (il decimo) che posizionato fuori dal canape decide quando entrare e dare il via alla corsa: a volte questo avviene in pochi minuti, ma può anche durare ore a seconda della situazione tra contrade rivali.
Solitamente il fantino di rincorsa decide di far partire il Palio quando i cavalli di una o più contrade rivali sono mal posizionati, o quando quello di una contrada alleata è in posizione favorevole.
Una volta partiti, i cavalli – con o senza fantino – dovranno fare tre giri di piazza in senso orario.
Appena terminato il Palio, oltre alla grande festa dei vincitori, è facile notare come le contrade rivali di quella vittoriosa lascino la piazza a gran velocità. Perché? Per non subire l’onta di veder festeggiare gli acerrimi rivali.