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Olimpiadi Parigi 2024, Angela Carini abbandona il match dopo 45 secondi contro Imane Khelif: “Fa malissimo”

Meloni: “Non era incontro ad armi pari”, Salvini: "Vergogna a quei burocrati che hanno permesso la gara"

Di Antonio Scali
Pubblicato il 1 Ago. 2024 alle 13:28 Aggiornato il 1 Ago. 2024 alle 18:07

Era un match molto atteso, soprattutto per questioni extra sportive. È durato pochissimo. Stiamo parlando dell’incontro di boxe tra Angela Carini e la pugile algerina Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi. Solo 45 secondi di gara. L’atleta azzurra ha scelto di abbandonare il combattimento, dopo essere stata colpita duramente per due volte dalla sua avversaria. Carini poi si è inginocchiata scoppiando il lacrime.

A caldo ha spiegato così la sua decisione di abbandonare il match: “Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e dunque ho detto basta. Esco a testa alta”, ha detto l’azzurra. Poco dopo, in un’intervista a Rai Sport, ha specificato: “Sono stati i colpi a farmi decidere di smettere. Io sono sempre andata oltre le polemiche. Chiunque hai di fronte per me non fa differenza. Mi sono fermata perché ho sentito un forte dolore al naso. Ho capito che o mi fermavo da sola o potevo farmi male per davvero. Mi sono inginocchiata per mio papà (scomparso dopo Tokyo, ndr) e ho detto ‘scusami babbo, non ce l’ho fatta’”.

La pugile campana dopo essere salita sul ring ha incassato subito un duro colpo, che le ha sganciato il caschetto. Dopo qualche secondo di stop si riparte, ma Carini subisce un altro colpo, e decide quindi di abbandonare il match. Avvicinandosi al suo angolo l’azzurra dice: “Fa malissimo”. Per Carini Olimpiadi già finite. Dopo il verdetto l’atleta italiana scoppia in un pianto dirotto. Khelif cerca il saluto dopo la sfida, ma Carini la ignora. Su questo aspetto a mente fredda la nostra atleta ha dichiarato: “Io non sono nessuno per giudicare Imane. Lei non ha nessuna colpa. Chiedo scusa a Imane per non averla salutata. Ho sbagliato. Sono scesa dal ring piena di rabbia. Non ho mai concluso un incontro senza salutare la mia avversaria”.

Una sfida che aveva infuocato anche la politica. Dopo la notizia del ritiro, la premier Giorgia Meloni, in queste ore a Parigi in visita a Casa Italia, ha commentato: “Mi dispiace, mi ero emozionata ieri quando ha scritto combatterò perché in queste cose sicuramente conta anche la dedizione, la testa, il carattere. Però poi conta anche poter competere ad armi pari. E dal mio punto di vista non era una gara pari”. “Il pianto inconsolabile di Angela ci colpisce ma il suo ritiro le fa onore. L’aspetto in Senato per abbracciarla”. A scriverlo su X, sotto la fotografia della pugile Angela Carini in ginocchio a terra, è il presidente del Senato Ignazio La Russa. Sul caso interviene a caldo anche Salvini: “Picchia troppo forte, non è giusto”. Brava Angela, hai fatto bene! La nostra atleta si è dovuta ritirare contro Imane Khelif, prima di scoppiare in lacrime per tanti sacrifici andati in fumo. Una scena davvero poco olimpica: vergogna a quei burocrati che hanno permesso un match che evidentemente non era ad armi pari. Se ne sono accorti tutti in Italia e nel mondo, tranne i distratti commentatori della RAI. Un abbraccio ad Angela, forza!”, ha scritto il leader della Lega sui social.

Una sfida, dicevamo, che ha fatto molto discutere sin dalla vigilia. Imane era stata esclusa dai mondiali perché il suo Dna ha un cromosoma maschile. Ma il Comitato Olimpico Internazionale ha stabilito che Khelif poteva regolarmente disputare il torneo femminile di boxe. “Desta preoccupazione la partecipazione di due pugili transgeder ai Giochi, dopo che non erano stati ammessi in altre competizioni internazionali”, aveva detto ieri la ministra delle Pari Opportunità Eugenia Roccella. “Non posso che adeguarmi alle regole delle Olimpiadi”, aveva detto alla vigilia Carini. Un caso che certamente continuerà a far discutere.

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