Il padre di Novak Djokovic: “Mio figlio come Gesù, lo hanno crocifisso”
“Mio figlio crocifisso come Gesù Cristo”: è il paragone, alquanto azzardato, che il padre di Novak Djokovic, Srdjan, ha fatto dopo la decisione dell’autorità frontaliera australiana di negare l’ingresso nel Paese al tennista, al quale era stata concessa un’esenzione medica per partecipare agli Australian Open a cui potevano prendere parte solamente gli atleti vaccinati o guariti dal Covid.
Il numero uno del tennis mondiale è attualmente chiuso in un hotel di Melbourne in attesa di un responso definitivo da parte delle autorità australiane atteso per il 10 gennaio: gli avvocati di Djokovic, infatti, hanno presentato ricorso contro la decisione di negare il visto di accesso allo sportivo.
Nel frattempo, come detto, Djokovic è stato difeso dalla sua famiglia e in particolar modo dal padre Srdjan in una serie di interviste.
“Novak è lo Spartacus del nuovo mondo che non tollera l’ingiustizia, il colonialismo e l’ipocrisia” ha dichiarato il papà del tennista parlando con i media russi.
Secondo l’uomo, il figlio “è diventato il simbolo e il leader del mondo libero, un mondo di Nazioni e persone povere e oppresse”, paragonandolo poi a “Gesù Cristo, che hanno crocifisso”.
“Potranno incarcerarlo stasera, incatenarlo domani, ma la verità è come l’acqua, perché trova sempre la sua strada. Novak ha dimostrato che puoi ottenere qualsiasi cosa se hai dei sogni, e condivide questi sogni con miliardi di persone che lo ammirano” ha aggiunto Srdjan Djokovic.
Anche il fratello del tennista, Djordje, è intervenuto in difesa del campione serbo nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Belgrado: “Novak e il suo team non hanno avuto modo di contattare le autorità federali. È stato trattato come un criminale mentre è un uomo sano e rispettabile e uno sportivo che non ha messo in pericolo la vita di nessuno e non ha commesso alcun reato federale o legale”.
Djordje, poi, si è rivolto direttamente al premier australiano Scott Morrison: “Ti stai comportando secondo i tuoi principi, che non hanno nulla a che fare con noi e i nostri principi. Noi siamo umani e tu non lo sei”.
Ma la vicenda di Novak Djokovic è ormai diventata anche un caso politico e diplomatico con il fratello del tennista che lo ha definito “il più grande scandalo sportivo e diplomatico”.
Concetto ribadito anche dal padre del tennista, che ha dichiarato: “Novak è tenuto prigioniero. Il nostro Novak, il nostro orgoglio. Novak è la Serbia e la Serbia è Novak. Stanno calpestando la Serbia e, così facendo, calpestano il popolo serbo. Il leader di quella terra lontana, Scott Morrison, ha osato attaccare Novak ed espellerlo prima che raggiungesse il loro Paese. Avrebbero voluto buttarlo in ginocchio, e non solo lui, ma la nostra bella Serbia. Noi serbi siamo un popolo europeo orgoglioso. Nella storia non abbiamo mai attaccato nessuno, ci siamo solo difesi. Questo è ciò che è Novak”.
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