Morto Mino Raiola, le frasi storiche del re dei procuratori
MINO RAIOLA FRASI – Da Pavel Nedved e Zlatan Ibrahimovic a Paul Pogba, Gianluigi Donnarumma ed Erling Haaland. Mino Raiola, morto oggi – 30 aprile 2022 –, è stato il procuratore di tanti giocatori importanti, campioni, e ha segnato il calciomercato degli ultimi 25 anni con trasferimenti spesso clamorosi. Basti pensare al passaggio di Ibrahimovic dall’Inter al Barcellona nell’estate del 2009 oppure, sette anni dopo, al ritorno di Pogba al Manchester United (allora fu il colpo di mercato più costoso della storia, 110 milioni di euro). Da un ristorante a conduzione familiare ad Harleem, in Olanda, dove i suoi genitori si erano trasferiti quando lui non aveva nemmeno un anno, Raiola ha scalato il mondo del calcio fino a diventare uno dei procuratori più potenti e famosi del mondo. Ma vediamo insieme alcune frasi storiche di Mino Raiola:
- In Italia dove c’è la voglia di qualcuno c’è sempre l’ostruzione di qualcun altro
- In Italia dovrei fare il procuratore dei politici, con quelli che passano da destra a sinistra ci farei i miliardi
- Più mi metti i bastoni tra le ruote e più mi diverto
- In Italia non si vive per costruire, si vive per demolire
- Cosa può essere Pogba? Senza dubbio un Salvador Dalí per quanto sia prezioso e importante
- Non mi è mai interessato di quello che pensano di me, fuori la mia famiglia e i miei amici, che sono pochi
- Alla fine io sto parlando del mio sport, del mio lavoro, della mia industria, se tu migliori il Paese, migliori tutto. Perché il calcio è uno specchio del Paese, lo è sempre stato
- Io mi arrabbio molto coi miei figli quando mi dicono “questo non si può fare”… Che cosa? Tutto si può fare. Se hanno inventato i telefoni che si toccano, che ci possiamo mandare le fotografie, che ci possiamo guardare fra uno e l’altro… tutto si può fare
- Gianluigi Donnarumma lo paragono a un Modigliani. Vale 170 milioni. Ha un grande avvenire, è un ragazzo straordinario e si fa ben volere da tutti. È già un piccolo campione, ma potrà diventare un grande campione
- Il prezzo di Pogba lo ha fatto Florentino Pérez, acquistando Gareth Bale per cento milioni. A questo punto, Pogba vale almeno il doppio. Non sono io, sia chiaro, che faccio la valutazione: è stato il Real Madrid e la legge del mercato a dire che Pogba oggi vale duecento milioni
- Il mio conto corrente? Mai guardato in vita mia. Odio le banche. La mia azienda non è mai stata finanziata dalle banche, è sempre stata finanziata dal mio lavoro, dai miei investimenti; ho un fiscalista di mia fiducia che si deve occupare di tutte le cose di banca e il direttore di banca che sa che io lì non ci voglio nemmeno entrare
- Zlatan somiglia a Brad Pitt quando interpreta Benjamin Button, l’uomo che ringiovanisce giorno dopo giorno. Ha un’energia incredibile, migliora col tempo. E quando può va a fare pure caccia estrema. È disumano, nel senso che fa cose che gli umani neanche s’immaginano
- Io sono un supercapitalista. Il supercapitalista vuole tutti più ricchi. E io sono così. Io voglio che diventano tutti ricchi nel calcio, così posso offrire grandi contratti a grandi giocatori, il sistema diventa più ricco, diritti tv più ricchi, tutti più ricchi
- Quando io andavo a scuola in Olanda ci insegnavano che la politica non è una carriera ma è un servizio che rendi al tuo Paese, ti fai uno o due mandati e poi torni a fare il tuo lavoro. Cioè, ti immagini avere una legge così in Italia? E invece in Italia abbiamo il politico professionale e anche il figlio del politico professionale
- Come vedo questi cinesi del Milan? Non mi fido. Uno che va dal notaio e dà la caparra per la casa e fa il rogito, e alla fine il rogito è finito e non si va a prendere la casa, è una cosa molto strana, perché uno quando fa il rogito vuol prendere possesso della casa. Mi sa molto di speculazione. Con Thohir lo avevo detto: “Non è niente, è lì per rivendere l’inter o portarla in borsa”
- Un giorno mi chiama Zlatan e mi dice: qui all’Inter c’è un fenomeno, è un ragazzo di colore, con la palla fa quello che vuole, devi venire a vederlo. Andai e conobbi Mario. Gli parlai. Dopo due anni mi telefonò e mi disse che mi voleva come procuratore. Mi chiedete se oggi è contento? Così e così. Ma su di lui c’è un piano: gli ho promesso che diventerà tre volte Pallone d’oro e lui si fida di me
- Cruijff? Può andare al diavolo. Sta diventando vecchio e non ha avuto la forza di continuare la sua carriera da allenatore. Credo che lui e Guardiola possano andare in un ospedale psichiatrico, seduti a giocare a carte, farebbero un favore al Barcellona. Cruijff ha detto che Ibra è più adatto al calcio italiano, perché non ha detto che non era adatto a quello spagnolo prima di comprarlo