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Adani: “Penso a Maradona ogni giorno e prego vinca Messi. Non commenterò la finale? Era già previsto”

Di Niccolò Di Francesco
Pubblicato il 17 Dic. 2022 alle 15:46

Mondiali Qatar 2022, Lele Adani spiega perché non commenterà la finale

Tra i personaggi più discussi di questi Mondiali in Qatar, c’è, perlomeno in Italia, senza dubbio Lele Adani, commentatore della manifestazione iridata di calcio, la cui finale si disputerà nella giornata di domani, domenica 18 dicembre 2022.

Spesso criticato per le sue telecronache ricche di enfasi, soprattutto nei confronti dell’Argentina, l’ex giocatore di Brescia e Inter rivela in un’intervista al Corriere della Sera: “Da due anni, da quando è morto, non c’è giorno che io non pensi a Maradona”.

“I telespettatori vogliono emozioni” risponde a chi critica le sue telecronache e, in merito alla sua mancata presenza nella finale, precisa: “Non era previsto che commentassi la finale. Ho fatto 14 telecronache. Un’esperienza stupenda; già mi manca. Una grande spedizione: Donatella Scarnati, Alessandro Antinelli e tutti gli altri hanno fatto un lavoro straordinario”.

“Mi hanno insegnato che quando il mister ti manda in panchina non si chiede mai perché” ha aggiunto il telecronista, che risponde a Fabio Caressa, il quale tempo fa disse che un conto è commentare per gli appassionati di Sky, un altro per il pubblico generalista: “L’ho sentito dire anche in Rai. Ma pure il pubblico generalista è appassionato di calcio. Legga i messaggi che ricevo. Decine al giorno. Mi scrivono per ringraziare, commentare, chiedere aiuto”.

“Io non cerco il consenso, cerco il dissenso. Quando hai dieci milioni di persone davanti al video, devi trasmettere loro qualcosa” ha aggiunto Lele Adani.

Su chi sia il più grande giocatore di tutti i tempi, Adani non ha dubbi: “Maradona”. E sulla sua passione sul calcio sudamericano rivela: “Ho sempre legato molto con i sudamericani. Lunghe serate in ritiro a parlare e a bere mate: Hernan ‘Valdanito’ Crespo, El Pupi Zanetti, El Chino Recoba, Carlos ‘Colorado’ Gamarra”.

“Ma l’amico più caro – aggiunge Adani – divenne Matias Almeyda: un hermano, un fratello. Andai a trovarlo a Buenos Aires, e scoprii il River. Di notte non dormivo: guardavo il campionato argentino, quello uruguagio, la Copa Libertadores, la Copa America… Lì ho capito cos’è la garra charrua”.

Ovvero “l’artiglio degli indios. È la rabbia con cui i nativi si difesero dagli invasori. Non si capisce il calcio sudamericano se non si coglie quel senso di ribellione che viene da dentro, che non accetta un No come risposta. È una passione al bordo della follia”.

Adani, poi, rivela di non sapere perché è stato licenziato da Sky (“Non me l’hanno mai spiegato”) e punge nuovamente il tecnico della Juventus Allegri: “Non si è evoluto. Lo farà, ne sono certo. Per ora, non mi piace come gioca e non mi piace come parla. Corto muso… Allegri non ha capito che il calcio contemporaneo deve dare emozioni”.

Sulla Bobo Tv dichiara che “È la cosa più rivoluzionaria. Mi sa che qualche suo collega giornalista la patisce un po’”, mentre difende il collega Cassano: “Antonio è un generoso. Siete voi che volete sempre ridurlo al trash. L’avete preso in giro quando disse che Julian Alvarez era meglio di Haaland; e adesso Alvarez è la sorpresa del Mondiale”.

Lele Adani, poi, azzarda un pronostico per la finale di domani tra Francia e Argentina: “La favorita è la Francia: 55 a 45. Ma preghiamo il dio del calcio perché ponga una mano sulla testa di Leo Messi”.

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