Mondiali Qatar 2022, le origini africane di molti giocatori della Francia finalista
Molti giocatori della Francia, finalista dei Mondiali Qatar 2022 contro l’Argentina, hanno origini africane. Ben 13 giocatori francesi presenti nella selezione di Didier Deschamps hanno parenti originari dall’Africa. Tutti sono nati e cresciuti in Francia ma allo stesso tempo sono molto orgogliosi delle origini, molti ne conservano anche i gusti e le abitudini, quanto a cibo, musica e altro. Allo stesso tempo però sono e si sentono francesi.
La base multietnica della nazionale francese da decenni non fa più notizia, è considerata naturale, anche se resistono sacche di razzismo. Gli stessi giocatori di Deschamps rivendicano il loro essere francesi, e già in precedenti Mondiali (Russia 2018, poi vinti proprio dalla Francia) avevano rifiutato lo schema della “Francia africana”.
La nazionale francese multietnica arriva da lontano, Raoul Diagne è stato il primo giocatore di colore a giocare nella Francia, negli anni Trenta del Novecento. Veniva dalla Guyana francese, uno dei territori d’Oltremare della Francia, che ancora esistono e sono un altro serbatoio calcistico. Nei Territori sparsi per gli oceani hanno origini più o meno lontane quattro convocati di Deschamps in Qatar. Sono Varane, Areola, Coman e Marcus Thuram, il figlio di Lilian, campione del mondo nel 1998.
Si stima che in Francia, inclusi i territori d’Oltremare, vivano quattro milioni di cittadini franco-africani, cifra che – secondo molti – sarebbe al ribasso. Secondo alcuni analisti il 40 per cento della popolazione francese nelle ultime tre generazioni – un periodo di circa mezzo secolo – avrebbe uno o più componenti collegati all’Africa. Il fenomeno è spiegabile con l’emigrazione dalle ex colonie francesi in Africa. La Francia nel corso dei secoli ha governato un impero sconfinato, tra Asia, Africa e America. La lista dei Paesi africani francofoni, Stati in cui si parla ancora il francese, è lunghissima: Camerun, Costa d’Avorio, Mali, Algeria, Tunisia e Marocco. Un legame forte, al di là del fatto che le colonie non esistano più.
Ma andiamo nel dettaglio. Kylian Mbappé, la stella della Francia, ha il papà del Camerun e la madre algerina. “Sono orgoglioso delle mie origini africane – ha detto anni fa -. Uno dei miei modelli è stato George Weah (ex attaccante del Milan, oggi presidente della Liberia, ndr)”. Mbappé avrebbe potuto giocare per il Camerun o per l’Algeria, però ha scelto senza incertezze la Francia, il Paese in cui è sempre vissuto e di cui si sente parte fino in fondo. Sempre in Camerun ha origini Aurelien Tchouameni, il nuovo Kanté. Paese d’origine che ha provato a convincere il ragazzo a vestire la maglia della loro nazionale. È successo all’inizio del 2021, quando Tchouameni giocava ancora nel Monaco. Il ragazzo ha gelato i dirigenti camerunesi: “A me sta a cuore la bandiera francese”, ha spiegato in un’intervista.
C’è poi Guendouzi, finora impiegato da Deschamps soltanto nella gara persa contro la Tunisia. Nato nel 1999 non lontano da Parigi, è figlio di madre francese e padre franco-marocchino di Berkane, città costiera distante oltre 500 chilometri da Rabat. In possesso del doppio passaporto, cresciuto nel vivaio del Paris Saint Germain e lanciato dal Lorient, Guendouzi ha giocato anche nell’Arsenal e nell’Hertha Berlino, prima di approdare al Marsiglia nel 2021. Sin dalle giovanili ha optato per la nazionale francese, rifiutando a 18 anni le avances del Marocco.
Il razzismo
Nel 2018, durante il Mondiale in Russia (poi vinto dalla Francia), in tanti hanno coperto di insulti razzisti la selezione francese per via della multietnicità dei suoi componenti. Molti calciatori “bleus” hanno infatti origini africane e da Facebook a Twitter, passando per Instagram, appena terminata la finale di Mosca, è cominciato a comparire ovunque il commento “Non ha vinto la Francia, ha vinto l’Africa”. Anche in Italia. La speranza è che la storia non si ripeti.
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