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Il Belgio lavora, Alaphilippe ringrazia (di S. Gambino)

Di Simone Gambino
Pubblicato il 27 Set. 2020 alle 18:42

Il Belgio lavora, Alaphilippe ringrazia

Il francese Julian Alaphilippe è il nuovo campione sul mondo di ciclismo nella categoria élite maschile. Il transalpino è arrivato solitario sul traguardo posto all’interno dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola precedendo di 24” il belga Wout Van Aert, di nuovo secondo dopo l’argento a cronometro, e l’elvetico Marc Hirschi. Il campione di Saint-Amand-Montrond, paese di 11mila abitanti nel Massiccio Centrale, ha fatto il vuoto con uno scatto nel tratto finale del muro al 14% che portava i corridori per l’ultima volta a Cima Galisterna, guadagnando una preziosa manciata di secondi che ha, poi, difeso con successo nei 12 km che lo separavano dall’arrivo.

La corsa è stata sonnacchiosa per i primi 200 km. In partenza, andavano in fuga in sette: Jonas Koch (Germania), Marco Friedrich (Austria), Torsten Traeen (Norvegia), Daniil Fominykh (Kazakistan), Yukiya Arashiro (Giappone), Eduard Grosu (Romania) e Ulises Castillo (Messico). Il gruppo si disinteressava lasciando che il vantaggio dei fuggitivi arrivasse fino a 7 minuti. La selezione naturale della corsa riduceva gli attaccanti a due unità, il tedesco Koch ed il norvegese Traeen che venivano ripresi a 60 km dall’arrivo.

S’infiammava a questo punto la corsa. Sul muro di Cima Galisterna, Tadej Pogacar attaccava staccando tutti. Lo sloveno, recente vincitore del Tour de France, rapidamente guadagnava 15” che si dilatavano a 25 al suono della campana d’inizio ultimo giro. Il Belgio s’assumeva il peso dell’inseguimento sacrificando Tiesj Benoot e Tim Wellens. Questo portava al ricongiungimento generale sulla salita di Mazzolano ai meno 20 dall’arrivo.

Sull’ultima salita verso Cima Gallisterna attaccava Mark Hirschi. Lo svizzero si portava via un gruppetto comprendente il belga Wout Van Aert, lo sloveno Primoz Roglic, il danese Jakob Fuglsang, il francese Julian Alaphilippe, il polacco Michal Kwiatkowski e l’italiano Vincenzo Nibali. Il successivo scatto del polacco era fatale per lo squalo dello stretto che si staccava definitivamente. A questo punto partiva Alaphilippe che s’involava verso la conquista della maglia iridata.

La corsa dell’Italia si racchiude nel chilometro condotto all’attacco da Nibali prima di staccarsi dai migliori. Il decimo posto finale del sempre diligente Damiano Caruso fotografa in modo inequivocabile la scarsezza tecnica della compagine diretta da Davide Cassani. Si è fatto quello che era oggettivamente possibile. Speriamo in futuro si possa fare di più. Intanto godiamoci Filippo Ganna.

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