La moglie di Kobe Bryant fa causa alla società dell’elicottero caduto
La moglie di Kobe Bryant, Vanessa Laine, ha fatto causa alla società proprietaria dell’elicottero che un mese fa (il 26 gennaio) è caduto nella nebbia in California uccidendo suo marito, la figlia di 13 anni, Gianna, e altre sette persone. La notizia è arrivata dagli Stati Uniti durante la cerimonia allo Staples center di Los Angeles in ricordo del campione e della giovane figlia. Secondo la donna, il pilota (anche lui morto nell’incidente) fu negligente nel volare con quelle condizioni meteo.
Secondo quando riporta TMZ, nella causa si fa riferimento anche alla velocità elevata del mezzo, circa 180 miglia all’ora, e alla non sostenibilità per la nebbia e le avversità che si erano riproposte quella mattina. La causa è stata intentata perché la vedova Bryant sostiene l’errore nella valutazione delle condizioni meteo, l’impossibilità di ottenere i dati adeguati prima del decollo e la mancata interruzione del le operazioni una volta appurata la situazione.
Il precedente
Ara Zobayan, il pilota dell’aereo che trasportava l’ex star della NBA, era stato sanzionato nel 2015 dalla FFA (Federal Aviation Administration) per una violazione delle regole nello spazio aereo nei pressi dell’aeroporto di Los Angeles l’11 maggio del 2015: secondo quanto riportato dal Los Angeles Times l’elicotterista aveva volato in condizioni di scarsa visibilità senza essere autorizzato.