Secondo quanto riporta La Repubblica, la commissione inquirente dell’Uefa ha bocciato il settlement agreement del Milan, ossia il patteggiamento delle sanzioni sportive ed economiche per le deviazioni dai parametri del fair-play finanziario nell’ultimo triennio.
Sarà ora la commissione giudicante del massimo organismo sportivo del calcio europeo a pronunciarsi sulla questione a metà giugno. Tra le varie punizioni il Milan rischia anche la più pesante: l’esclusione dalle prossime coppe europee, nel caso specifico dall’Europa League, conquistata grazie al sesto posto in campionato.
In caso di esclusione il posto in Europa sarebbe preso dall’Atalanta, settima in classifica e ammessa ai due turni preliminari estivi e all’eventuale play-off di agosto per l’ingresso nella fase a gironi dell’Europa League, mentre la Fiorentina, ottava, giocherebbe i preliminari al posto dell’Atalanta.
Per il Milan, che già ne dicembre scorso era stato bocciato dall’Uefa per la richiesta di voluntary agreement presentata invano dall’Ad Fassone, si tratta di un duro colpo.
La sentenza di oggi paralizza infatti l’attività del club e in particolare il mercato, rendendo complicato il piano di rafforzamento che Gattuso stava delineando col ds Mirabelli per raggiungere nel prossimo campionato di serie A uno dei primi quattro posti in classifica e ottenere così nella stagione 2019-20 il ritorno in Champions League.
Ma non è finita qui. Venerdì prossimo ci sarà una scadenza molto delicata per il club: l’aumento di capitale di 10 milioni di euro, promesso dal presidente cinese Yonghong Li. Poi, sarà il momento di pensare all’ulteriore spada sul collo del debito con Elliott da restituire o da rifinanziare entro ottobre.
“C’è grande amarezza, è un danno alla nostra immagine”. Queste le parole di Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, in merito alla decisione della Uefa di rinviare a giudizio il club rossonero per non aver rispettato i vincoli del Fair Play finanziario.
“Mi sembra importante che il Milan assuma una posizione chiara dopo il comunicato dell’Uefa. C’è sorpresa e amarezza perché mi attendevo che la Uefa ci offrisse un settlement agreement: perché da quando c’è il financial fair play c’è sempre stata la concessione del settlement, c’è stato un solo caso in passato con una società russa, non di primissimo livello, che è stata rimandata”, ha proseguito.
“Il voluntary agreement non ci è stato consentito perché la commissione riteneva opportuna la garanzia bancaria da 165 milioni da parte della holding. La Uefa dice che il fatto che la holding non abbia rifinanziato il debito con Elliott getta delle nubi sul futuro della società. Ma questa ipotesi non tiene conto della nostra proposta di sentire il nostro finanziatore che è Elliott, il quale ha garantito anche per scritto una continuità dell’azienda, ma anche ai continui adempienti della proprietà del Milan come gli aumenti di capitale che sono stati versati con regolarità, ci sono rimasta male francamente, il dossier che doveva fare l’abbiamo fatto”.
“Da domani parte l’analisi del dispositivo da parte dei nostri legali, rappresenta un danno importante sotto il profilo dell’immagine”, ha concluso.
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