Jacobs: “Lo ius soli? Non mi interessa la politica, io corro, non voglio essere un simbolo”
“Lo ius soli non mi interessa, non sono preparato su questo tema. Non voglio essere usato. Sono ignorante in materia, e francamente questa roba mi interessa il giusto. Sono tornato in Italia da poche ore e non ho letto nulla su questo argomento. Direi cose per accontentare o scontentare qualcuno. Faccio l’atleta. Voglio essere un simbolo per quello che faccio in pista”. Il doppio oro olimpico Marcell Jacobs, in un’intervista al Foglio, ha tagliato corto sul tema dello ius soli che anima il dibattito politico dopo le dichiarazioni di Giovanni Malagò.
Il presidente del Coni ha proposto di anticipare l’iter burocratico per lo ius soli sportivo, paragonato, nella conferenza stampa finale sulle Olimpiadi di Tokyo 2021, a un “girone dantesco”. “È vero che a 18 anni puoi fare quello che vuoi, ma se aspetti il momento per fare la pratica hai perso una persona. A volte ci sono tre anni di gestazione e nel frattempo, se l’atleta non ha potuto vestire la maglia azzurra, o smette, o va nel suo paese di origine, oppure peggio arriva qualcun altro che studia la pratica e in un minuto gli dà cittadinanza e soldi”, ha sottolineato.
Le parole di Malagò hanno aperto il dibattito sulla più ampia questione dello ius soli in Italia, che ad oggi non è concesso ai figli di cittadini stranieri nati nel nostro Paese. Jacobs, vincitore dei 100 metri piani delle Olimpiadi di Tokyo e medaglia d’oro con la staffetta 4×100, è nato in Texas nel 1994 e gode della cittadinanza italiana per ius sanguinis, in quanto la madre è di nazionalità italiana.