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Mancini e l’ultimo saluto a Vialli: “Era privo di forze ma mi riempiva di domande”

Di Marco Nepi
Pubblicato il 7 Gen. 2023 alle 12:12 Aggiornato il 7 Gen. 2023 alle 12:13

Roberto Mancini e Gianluca Vialli si sono detti addio qualche giorno prima della fine dell’anno. Poi ieri, 6 gennaio 2023, la tragica notizia della morte del grande amico i cui funerali, in base alle sue volontà, si svolgeranno in forma strettamente privata.

A metà dicembre, prima del ricovero al Royal Marsden Hospital di Londra, Vialli lasciò – con la speranza di tornare presto – il suo ruolo di Capo delegazione della nazionale italiana. “Una settimana prima Gianluca mi aveva chiesto di aspettare – ha raccontato il ct della Nazionale e grande amico Roberto Mancini alla Gazzetta dello Sport -, voleva riservare tutte le sue energie migliori all’ultima fase della sua lotta”.

“Era privo di forze, con poca voce, ma lucidissimo. Un leone fino all’ultimo – ha aggiunto -. Abbiamo parlato un po’ di tutto, mi ha chiesto perfino com’era andato lo stage di dicembre con i giovani. Anzi, mi ha riempito di domande: voleva sapere tutto, ci teneva a conoscere i progressi del nostro progetto”.

“Dopo pochi giorni dall’addio di Sinisa, ho perso un altro fratello – le parole di Mancini raccolte dal Corriere dello Sport -. Anzi, un fratellino, come amavo chiamarlo, perché ci siamo incontrati a 16 anni e non ci siamo mai più separati. Abbiamo fatto tutto il cammino insieme. Giovanili azzurre, Nazionale, la Samp, le gioie, i dolori, i successi e le sconfitte. E poi le due notti di Wembley. In una abbiamo pianto insieme per il dolore e per l’amarezza, tanti anni fa. Nell’altra abbiamo pianto di gioia, come se fossimo stati uniti dal destino, prima della sua scomparsa” .

“Ringrazio il presidente Gravina. Lo ha voluto in Nazionale e ne sono stato felice. Ha avuto un ruolo decisivo per la conquista del titolo europeo – ha aggiunto Mancini -. I giocatori lo amavano. Gianluca ha avuto la forza e ci ha dato un coraggio che non conoscevamo. Ci è stato accanto fino a quando ha potuto. Saluto un altro fratello, dopo Sinisa, ma con la sua forza andrò avanti per dedicargli qualcosa di importante che io e lui sognavamo da una vita”.

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