Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Sport

“Il nostro avversario era cinese e gli arbitri erano asiatici. Non si può, è una vergogna”: l’ira di Malagò dopo l’argento di Macchi

Credit: AGF
Di Enrico Mingori
Pubblicato il 30 Lug. 2024 alle 10:16 Aggiornato il 30 Lug. 2024 alle 11:51

“Vergognoso quello che è successo”. Giovanni Malagò, presidente del Coni, è furibondo dopo la finale del fioretto maschile che ha visto l’italiano Filippo Macchi soccombere davanti al cinese Cheung Ka Long.

Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono iniziate da appena tre giorni ma sono già diversi gli episodi che hanno visto l’Italia danneggiata da palesi errori arbitrali. Prima della finale del fioretto maschile, c’erano state proteste in particolare per il modo in cui sono stati eliminati Arianna Errigo nel fioretto femminile, ma anche Manuel Lombardo e Odette Giuffrida nel judo.

Nel caso di Macchi, il torto è stato circondato da polemiche ancora più veementi perché si trattava di una finale. Nel mirino sono finite le decisioni di Hao Huang, l’arbitro di Taipei, e del suo assistente video, il sudcoreano Sang Suh.

I due giudici di gara si sono trovati a doversi esprimere su tre controverse stoccate decisive sul punteggio di 14-14. Sulle prime due hanno scelto di non decidere, mentre sulla terza hanno assegnato la stoccata – e quindi la vittoria dell’oro olimpico – a Ka Long.

“Abbiamo fatto una protesta ufficiale, ma non ci prendiamo in giro, queste proteste si fanno perché sono doverose per il ragazzo e per la credibilità dello sport in assoluto”, dice Malagò.

“Il tema è semplice”, spiega il presidente del Coni: “Se hai sei arbitri e li sorteggi e il primo arbitro estratto viene dalla Corea e il secondo è di Taipei, devi cambiare. Questo non si può fare, non è opportuno. Trovatemi un altro sport al mondo in cui hai due arbitri che vengono da nazioni vicine a uno dei Paesi in lizza”.

“Ho parlato con il segretario della Federazione internazionale di scherma e gli ho detto che no, non è opportuno”, prosegue Malagò. “Questa regola va cambiata e non vorrei che noi fossimo l’ultima vittima di questa regola. Non siamo stati fortunati né aiutati però serve mantenere la calma”

“Certo, siamo più fortunati con gli sport in cui ci sono il cronometro e il centimetro”, conclude il numero uno dello sport italiano. “Siamo molto arrabbiati e dispiaciuti” [Guarda la video-intervista di TPI a Giovanni Malagò alla vigilia delle Olimpiadi].

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version