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Liegi-Bastogne-Liegi 2024: Tadej e poi il nulla, amara beffa per Elisa

Di Simone Gambino
Pubblicato il 21 Apr. 2024 alle 19:35

Il campione di Slovenia Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha vinto per distacco l’edizione 110 della Liegi-Bastogne-Liegi, bissando così il successo ottenuto nel 2021. Il fuoriclasse di Komenda ha preceduto sul traguardo di Quai des Ardennes di 1’39” il veterano francese Romain Bardet (Team DSM Firmenich) con il campione del mondo Mathieu van der Poel (Alpecin Deceuninck) che, con uno sprint tutto orgoglio, ha conquistato la terza moneta.

Difficile commentare una gara dall’esito scontato, svoltasi secondo copione. Si è assistito, per molti versi, a una replica del Giro delle Fiandre. Tre settimane fa, sul Koppenberg, fu la maglia iridata a fare il vuoto chiudendo, nello spazio di 600 metri, il discorso sul successo finale. Questa volta il ruolo di giustiziere lo ha interpretato Pogacar che nel punto più iconico della Doyenne, la Côte de la Redoute, ha salutato tutti a 35 chilometri del traguardo, dando vita alla più lunga fuga vincente dopo quella di Bernard Hinault nel 1980 in una giornata meteorologicamente molto simile a oggi.

Se la gara maschile è stata parca d’emozioni l’ottava edizione della Liegi rosa ha offerto uno spettacolo esaltante. La corsa è vissuta su una lunga fuga di nove atlete: Kim Cadzow (EF Education Cannondale), Mischa Bredewold (SD Worx), Elise Chabbey (Canyon SRAM Racing), Eva Van Agt (Visma Lease a Bike), Lucinda Brand (Lidl Trek), Mikayla Harvey (Team UAE ADQ), Sarah Gigante (AG Insurance Soudal Team), Grace Brown (FDJ Suez) e Flora Perkins (Fenix-Deceuninck). Le attaccanti si presentavano ai piedi della Redoute con il rassicurante vantaggio di tre minuti su un gruppo decisamente svogliato. L’ascesa provocava la frantumazione delle fuggitive che restavano in tre: Brown, Cadzow e Chabbey. Il plotone, molto pigramente, guadagnava terreno, riducendo il distacco a due minuti e mezzo ai piedi della Côte de Forges. posta ai meno 25 dal traguardo. Il recupero continuava con il margine ulteriormente ridotto a 90 secondi all’imbocco dell’ultima asperità, la Côte de la Roche-aux-Faucons, a 15 chilometri dall’arrivo.

Era questo il momento in cui Elisa Longo Borghini (Lidl Trek) prendeva l’iniziativa, dapprima schierando in testa la squadra per poi partire nel tratto più feroce della salita, dove la pendenza raggiungeva il 15%. Allo scatto della verbanese rispondevano in due: l’olandese Demi Vollering (SD Worx), dominatrice l’anno scorso, e la polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon SRAM Racing), vincitrice mercoledì scorso della Freccia Vallone. Il trio delle inseguitrici si riportava su quello delle fuggitive a nove chilometri dal traguardo. Il duo della Canyon, a questo punto, tentava di sfruttare il vantaggio numerico scattando a turno. Il tentativo della Chabbey sotto il triangolino rosso sembrava essere quello buono. Si sacrificava la Longo Borghini che riprendeva la svizzera ai 500 metri, partendo poi quando ne mancavano 300. Sembrava, per un breve attimo, che quello di Elisa fosse lo scatto vincente ma a 100 metri dallo striscione la benzina veniva meno consentendo all’australiana Grace Brown di rinvenire a doppia velocità superando agevolmente la campionessa d’Italia. Purtroppo, non sempre nel ciclismo vince la più forte.

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