Inghilterra-Iran, i calciatori iraniani non cantano l’inno per protesta contro il regime
I calciatori dell’Iran non hanno cantato l’inno prima dell’esordio al Mondiale in Qatar contro l’Inghilterra. Il gesto è stato fatto per protestare contro il regime iraniano e la sua repressione in corso in queste settimane. Sugli spalti qualcuno piange, in panchina solo un assistente di Queiroz muove le labbra. E il pubblico fischia: un chiaro segnale agli ayatollah.
I calciatori della nazionale dell’#Iran non hanno cantato l’inno nazionale all’inizio della partita con l’Inghilterra, in protesta contro la repressione nel paese dopo la morte di Mahsa Amini.#QatarWorldCup2022 pic.twitter.com/bbv8LXAHfc
— LifeGate (@lifegate) November 21, 2022
Dopo gli scontri dei mesi scorsi e le prese di posizione di alcuni giocatori – Azmoun e Taremi su tutti – oggi la nuova forma di protesta per i calciatori dell’Iran.
La stessa scelta era stata presa dalla nazionale di beach soccer nella finale di un torneo a Dubai vinta contro il Brasile, con la tv di Stato che ha oscurato la diretta e la Federazione iraniana che ha già minacciato sanzioni contro i giocatori.
Proteste anche fuori dallo stadio
La protesta era iniziata fuori dallo stadio, con i tifosi iraniani che hanno inneggiato a Masha Amini, la giovane uccisa dalla polizia iraniana dopo l’arresto da parte dei paramilitari Basij con l’accusa di non aver indossato l’hijab, morte che ha scatenato proteste in tutto il Paese, represse con violenza.
Non è stato il solo nome cantato dai supporter persiani, che hanno anche invocato Ali Karimi, l’ex giocatore che si è schierato a favore della rivolta.
Leggi l'articolo originale su TPI.it