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Imane Khelif denuncia Musk e Rowling per cyberbullismo. Anche Trump rischia di essere coinvolto

Credit: AGF
Di Enrico Mingori
Pubblicato il 14 Ago. 2024 alle 16:14

La pugile algerina Imane Khelif ha denunciato Elon Musk e J. K. Rowling per cyberbullismo, e anche Donald Trump potrebbe essere chiamato in causa. Lo conferma l’avvocato dell’atleta Nabil Boudi, avvocato del foro di Parigi, parlando con il magazine statunitense Variety.

Il multimiliardario fondatore di Tesla e la scrittrice britannica autrice della saga di Harry Potter sono accusati da Khelif di molestie informatiche aggravate per aver pubblicato sui social messaggi diffamatori e discriminatori nei suoi confronti. “Anche Trump ha twittato, quindi sarà inevitabilmente esaminato”, aggiunge l’avvocato.

Il Centro nazionale per la lotta all’odio online della Procura di Parigi ha fatto sapere di avviato un’indagine per “molestie informatiche basate sul genere, insulti pubblici basati sul genere, provocazioni pubbliche alla discriminazione e insulti pubblici basati sull’origine”.

Imane Khelif, fresca vincitrice delle medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi nella categoria welter, è finita al centro dell’attenzione per le polemiche legate alla sua partecipazione alle gare femminili dei Giochi, dopo che l’anno scorso la Federazione Internazionale di Boxe l’aveva esclusa dai Mondiali ritenendola inadatta ad affrontare atlete donna.

Il caso è esploso a livello mediatico in particolare in seguito a quanto accaduto nel match degli ottavi di finale delle Olimpiadi, quando la pugile italiana Angela Carini si era ritirata dopo appena 46 secondi affermando di essersi spaventata per aver ricevuto un pugno sul naso troppo forte.

Nelle ore successive al match, J. K. Rowling aveva scritto sui social: “A una giovane pugile è stato appena portato via tutto ciò per cui aveva lavorato e si era allenata perché è stato permesso a un maschio di salire sul ring contro di lei”.

Musk, invece, aveva condiviso sul social X (di cui è proprietario) un post della nuotatrice Riley Gaines che affermava che “gli uomini non appartengono agli sport femminili”. “Assolutamente”, aveva chiosato l’imprenditore.

Anche Trump, come detto, aveva commentato la vicenda: Carini, aveva detto durante un comizio elettorale, “si è scontrata con un trans, un bravo pugile uomo”.

Ma ora Imane Khelif passa al contrattacco. La causa è stata intentata contro X, il che, secondo la legge francese, significa che è stata intentata contro ignoti. Ciò, spiega il suo avvocato Boudi, “garantisce che la Procura abbia tutta la libertà di poter indagare contro tutte le persone”, comprese quelle che potrebbero aver scritto messaggi d’odio sotto pseudonimo.

Nella denuncia, peraltro, sono anche menzionati esplicitamente alcuni personaggi notoriamente controversi. Tra questi non c’è Trump ma non è da escludersi che anche il tycoon venga coinvolto nell’indagine, avendo definito la pugile “un uomo” non su X ma sul suo social Truth.

“Quello che stiamo chiedendo è che l’accusa indaghi non solo su queste persone, ma su chiunque ritenga necessario. Se il caso andrà in tribunale, saranno processati”, spiega il legale di Khelif.

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