La città di Beer Sheva si trova nel deserto, nella parte meridionale di Israele. Se il suo carattere è tipicamente mediorientale, ha una cosa in comune con le maggiori città europee: la sua squadra, l’Hapoel Beer Sheva, si è qualificata per il terzo anno consecutivo in Champions League.
Una delle persone che hanno portato a questo risultato è Alona Barkat, proprietaria della squadra nonché una delle poche donne a guidare una squadra di calcio ad alti livelli.
Nel 2007 la Barkat è stata la prima donna a diventare proprietaria di un club calcistico professionista in Israele, quando ha acquisito l’Hapoel Beer Sheva con il sostegno del marito Eli Barkat, imprenditore del settore tecnologico e fratello di Nir Barkat, attuale sindaco di Gerusalemme. Per sua stessa ammissione, Alona Barkat nel 2007 non era particolarmente preparata di calcio, né aveva eccessiva familiarità con la città di Beer Sheva, dal momento che è nata ad Ashkelon e al tempo era appena tornata da un lungo soggiorno negli Stati Uniti.
Tuttavia, questi iniziali limiti non sono stati un ostacolo: l’Hapoel Beer Sheva, che militava in seconda divisione, non solo è tornata nella massima serie ma nel 2016 ha vinto il suo primo titolo nazionale dopo quattro decenni, impresa ripetuta nel 2017 e nel 2018. Lo scorso 10 luglio, mentre la maggior parte degli appassionati di calcio era concentrata sulla prima semifinale del Mondiale di Russia tra Francia e Belgio, la squadra israeliana è scesa in campo nel primo turno preliminare di Champions contro gli estoni del Flora Tallin, vincendo per 4-1. Grazie alla vittoria per 3-1 in Israele, l’Hapoel Beer Sheva si è così qualificata per il turno successivo, da giocare contro i croati della Dinamo Zagabria.
Il segreto della Barkat è stato concentrarsi sulla squadra, superare gli ostacoli della sua scarsa conoscenza di calcio e impegnarsi senza mezzi termini nel portare l’Hapoel Beer Sheva ai vertici del calcio israeliano. Nel 2016, ad esempio, ha dichiarato in un’intervista alla testata tedesca Bild di seguire regolarmente le partite insieme ai tifosi in modo da poter sapere cosa pensano. Ha anche detto che all’inizio non la prendevano in considerazione e diversi procuratori pensavano di potersi prendere gioco di lei, ma il duro lavoro ha contribuito a cambiare questa percezione iniziale.
I tifosi dell’Inter ricorderanno bene quanto sia diventata forte questa squadra, dopo averla incontrata nel 2016 in Europa League e avervi perso entrambe le partite, 2-0 a Milano e 3-2 in Israele.
Il lavoro di Alona Barkat è stato lungo e duro e lei si è mostrata in grado di superare ogni ostacolo.
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